Totti ha risposto a chi gli ha chiesto chiarimenti sul momento delcicato della Roma. "Sinceramente io so quello che sapete voi, leggo come voi, noi giocatori siamo sempre gli ultimi a sapere le cose, aspettiamo". Queste sono le parole del capitano della Roma, Francesco Totti, in risposta ad una domanda di Fabio Fazio sulla vendita del club giallorosso. Questa sera il numero 10 romanista sarà ospite dell’ultima puntata speciale di "Che tempo che fa", in onda in prima serata su Rai Tre. Il capitano giallorosso per la prima volta risponde sulle vicende che riguardano la vendita della As Roma. La risposta di Francesco Totti lascia il tempo che trova, un calciatore del suo spessore all’interno della Roma non possiamo credere che non sappia nulla sulle vicende che riguardano la Roma, sia dal punto di vista societario sia dal punto di vista tecnico.
L’intervista di Totti è proseguita: "Io allenatore? Un giorno l’ho fatto per la prima e ultima volta (seguendo diversi ragazzi disabili della scuola calcio gestita dal fratello, ndr). I ragazzi ogni tanto mi ascoltavano, ma io non sono capace: ho capito che allenare è molto difficile, non sarà il mio ruolo in futuro. Se imparo dal mio allenatore? Lo ascolto, perché devo, perché sono lì. Dico come stanno le cose, ma se domenica non gioco è colpa tua. Spalletti fa molta tattica, però se hai più giocatori a disposizione è tutto più semplice. I mondiali? Ho già parlato con Lippi ma per altri motivi, non calcistici. Già ho detto parecchie volte che se un giorno mi dovesse chiamare ci penserei sopra una volta sola. Cassano? Il "metronotte" è uno dei compagni con cui mi sono trovato meglio. Con lui abbiamo chiarito, ora frequento spesso De Rossi e Aquilani. Cosa penso quando mi rivedo in tv? Di solito, se abbiamo perso non mi guardo, e infatti quest’anno l’ho fatto poco. Essere capitano non è semplice. Io ho avuto la fortuna di crescere nel settore giovanile della Roma e indossare sempre la stessa maglia, quella della squadra che amo, e questa è una doppia soddisfazione. Ma essere capitano significa avere tante responsabilità, sia in campo sia fuori, e non è semplice. Altri figli? Tra poco arriverà il terzo, ma non è una cosa imminente. Sul figlio laziale? Saranno statistiche a casa tua, a casa mia non succederà mai. È già tutto scritto, basta e avanza mio suocero".