La giostra è già ripartita: Zeman, Totti, Destro, Lamela, Bradley, Baldini e la tournèè, il mercato, Goicoechea, Piris. Chi più ne ha, ne metta. Come ogni volta in cui la Roma perde, cominciano i processi. Ieri è arrivata una brutta sconfitta, ma non brutta come quella contro Chievo e Juventus, brutta nel senso di logorante, dolorosa, perché non sarà facile per Zeman e giocatori analizzare la partita, se non guardando le occasioni sfumate e dire “Mattia, qui potevi stopparla meglio”, “Michael, la prossima volta buttane dentro almeno una”, “Nicolas, qui dovevi salire”. Insomma, a parte errori singoli, è ridicolo attaccare la difesa: purtroppo di occasioni in una gara se ne concedono. Soprattutto facendo la partita, si sa: in ogni partita in cui la grande fa il match, la “piccola” ha qualche palla gol. Ieri il Napoli, che sicuramente non è una piccola, ne ha avute quattro…e tante ne ha capitalizzate. Una sconfitta del genere sarebbe potuta arrivare contro qualsiasi squadra contropiedista: il problema è che in Italia si contano sulle dita di una mano le squadre che NON giocano in contropiede.
L’attacco ha sicuramente le sue colpe: Lamela non è mai riuscito a superare Zuniga accentrandosi, Totti non è MAI entrato in area, non si è mai proposto in fase realizzativa, giocando praticamente da centrocampista, Destro ha dimostrato di non avere ancora la cattiveria necessaria per togliere il posto ad un campione come Osvaldo, a cui basta una palla per fare un gol. Quello che salta agli occhi è l’incredibile capacità dell’ex Siena di proporre assist: i suoi movimenti sono sempre perfetti, riesce sempre a trovarsi di fronte al portiere, ma troppe volte cicca l’occasione.
Va anche detto però che Totti, ieri, aveva ancora l’influenza.
Si fanno domande Leandro Castàn e Piris, che ieri non sono stati saltati UNA VOLTA nell’1 vs 1, nè da Cavani, nè da Pandev, tantomeno da Insigne la cui unica azione è stata quella di infrangersi su un muro con la maglia numero 5. La Roma paga un atteggiamento decisamente troppo offensivo: dopo il gol subito Zeman ha praticamente perso la testa, mandando 9 giocatori nell’altra metà campo, già dopo 5 minuti. Tattica suicida, SAPENDO perfettamente che Mazzarri conosce un solo modo di giocare a calcio. Ha ricordato la sconfitta dolorosissima contro la Sampdoria, quella costata lo scudetto: dopo il pareggio dei doriani, Ranieri perse la testa e mandò tutti davanti, nonostante mancasse praticamente un tempo. E’ un errore che non va fatto: se si crede nella propria strategia, la si porta fino in fondo, senza farsi prendere dalla furia.
La Roma ieri è stata frettolosa, perchè è vero che il contropiede non è l’unico modo per giocare, e questo va assolutamente ribadito, ma nemmeno buttarsi tutti in attacco disordinatamente porta, sempre, a qualcosa di buono. Molte gare si vincono con la rabbia, e questo lo insegna la Juventus campione d’Italia, ma in quel caso conta il pressing, cosa che ieri l’attacco della Roma non ha nemmeno minimamente finto. E’ costata la voglia di portarsi a casa questi tre punti, la carica e la pressione, che questo gruppo ancora non sa reggere.
Andare a vedere la gara dei singoli sarebbe inutile, perchè continua ad essere inutile far notare che Pjanic gioca meglio a sinistra e Bradley a destra, ma Zeman non ha alcuna intenzione di mettere il bosniaco e Totti nella stessa “catena”. Male anche De Rossi, che ieri si è fatto vedere più in attacco che in difesa: normale che se gioca così, gioca male. Inutile dare tutta la colpa a Goicoechea: il portiere è talentuoso, ma è giovane ed ancora inesperto e forse è per questo che Stekelenburg sarebbe preferibile, molte volte.
Ridicolo chi se la prende con il jet lag, argomentando: “Osvaldo non era stanco, però…”. Scusate, Osvaldo non era in Argentina?
Photo Credits | Getty Images