Un Riccardo Scamarcio tra Charlot e Candide è Elias il protagonista di ‘Verso l’Eden’ film di Costa-Gavras (fuori concorso) che chiude ufficialmente questa 59/a edizione del Festival di Berlino e che stasera avrà l’onore del red carpet. Un immigrato come tanti, questo Elias, che arriva su un barcone, da non si sa dove, e si ritrova come primo impatto su una spiaggia di nudisti in Francia. E poi per lui mille avventure in un villaggio turistico pieno di meraviglie, un vero Eden per uno che viene da un paese dove non c’è nulla. Un pò con i ritmi di una comica, Elias si ritrova così di volta in volta, a fare l’idraulico (c’è un wc da sturare), a subire, prima, le attenzioni di un gay e, poi, di una annoiata turista che ne fa il suo temporaneo amante-passatempo. E, infine, davvero miracolosamente per lui che sa solo qualche parola di francese, a fare l’assistente di un mago in uno spettacolo per turisti. Un mago che alla fine gli lascerà un biglietto da visita invitandolo ad andarlo a trovare al Lidò di Parigi. Da qui, da questa speranza, parte il suo lungo viaggio verso la capitale francese vissuto tra solidarietà e, soprattutto, da tante fughe da un Polizia che sembra incombere ovunque. E Parigi, alla fine, la raggiungerà davvero, tra travestimenti e ancora fughe. Ma l’Occidente, dovrà scoprire Elias, e sarà per lui l’ultima lezione, dà poco conto anche alle parole. Così, quella promessa del mago, alla quale era legata tutta la sua speranza di una integrazione, di un lavori si rivelerà falsa. «Il personaggio di Elias – ha detto oggi a Berlino Scamarcio – mi ha subito interessato perchè essendo un ruolo in cui si parla poco, mi dava l’opportunità di misurami con una recitazione fatta di solo corpo. E tra le altra sfide avevo l’opportunità poi di interpretare qualcuno che non conosce affatto il mondo, quasi fosse un bambino». Sul tema dell’immigrazione dice l’attore:«secondo me è anche sbagliato definirla un problema. È solo una cosa che va gestita meglio e su cui purtroppo c’è troppa speculazione da parte dei media». Elias, continua: «è comunque uno che deve imparare a sopravvivere e anche a capire che in fondo l’Occidente non è un Paradiso sulla terra, ma che al contrario è abitato da molte persone che, ad esempio, soffrono di solitudine». Il regista greco Costa-Gavras ci va invece giù duro. Dopo aver definito il suo film (nelle sale italiane il 6 marzo distribuito da Medusa) «una favola, una parabola, una metafora» che potrebbe anche ricordare Tempi moderni di Charlot dice sull’immigrazione:«le ultime decisioni della commissione europea non indicano altro che della volontà di rimandare in patria questa gente, non c’è nessuna espressione che parli di rispetto verso questa persone. E questo è scandaloso». E ancora sullo stesso tema:«in Francia solo pochi anni fa c’era Le Pen che diceva che saremmo diventati tutti mulatti se fosse continuata l’immigrazione. Credo invece che tutti singolarmente possiamo fare qualcosa per questa gente, anche solo un gesto come lo è in fondo anche questo mio film». Infine, dice in conferenza stampa Riccardo Scamarcio sul possibile parallelo Elias-Charlot:«è vero nella scena finale mi sono sentito un pò lui e ho anche cercato di camminare con i suoi passettini, ma non ce l’ho proprio fatta».