Italia lezione di samba

L’Emirates Stadium di Londra dopo appena un quarto d’ora sembrava diventato il Sambodromo di Rio di un martedì grasso anticipato. L’Italia nel “derby del mondo” rimedia una figuraccia planetaria (152 paesi collegati in diretta). Il Brasile stravince 2-0 e Lippi dà l’addio alla serie sì, che si ferma a 31 partite (come Clemente con la Spagna e Basile con l’Argentina).
Troppo sperimentale la formazione mandata in campo dal ct azzurro. In avanti il tridente Pepe-Gilardino-Di Natale si è rivelato subito troppo povero di tecnica e muscoli per impensierire la cerniera difensiva brasiliana, formata da Maicon, Lucio, Juan e Marcelo. Difesa protetta da due mediani di quantità come Gilberto Silva e Felipe Melo, schermo creato da Dunga per consentire alla Seleçao di permettersi Ronaldinho, Elano, Robinho e Adriano. In pratica quattro punte.
Il 4-2-4 verdeoro ha tagliato fuori il centrocampo azzurro: Pirlo, De Rossi e soprattutto Montolivo non hanno mai trovato i punti di riferimento per spezzare la manovra offensiva e far ripartire la squadra. Unica risorsa: il lancio lungo. Su uno di questi, effettuato da Pirlo al 5’, nasce un gol di Grosso sbucato alle spalle di Maicon. Ma, per una sorta di nemesi calcistica succede quello che vediamo ogni domenica nel nostro campionato: la rete viene annullata da Webb per fuorigioco inesistente sbandierato dal guardalinee.
E sanno di “vendetta storica” anche i due gol subiti dagli azzurri: al 13’ Elano sfrutta un buco difensivo di Legrottaglie, mentre al 27’ Robinho sfrutta una “bambola” di Pirlo, gli soffia palla al limite dell’area e poi si esibisce in un balletto che ubriaca Legrottaglie e Zambrotta prima di battere con una rasoiata in diagonale Buffon. Due erroracci difensivi che, un tempo, erano il tallone d’Achille del Brasile.
Va un po’ meglio per l’Italia nella ripresa, quando entrano Toni, Camoranesi, Rossi e Perrotta. Ma è troppo tardi. Vince il Brasile, che l’Italia sfiderà di nuovo a giugno nella Confederation Cup in Sudafrica. Ci sarà la possibilità di tornare a batterli 26 anni dopo il 3-2 al Sarrìa di Barcellona e pareggiare il conto che ora, dopo 13 sfide, vede il Brasile avanti con 6 vittorie contro cinque.

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