Siamo tutti ‘Cesaroni’

ROMA – In fondo, «siamo tutti Cesaroni, c’è un po’ di Cesaroni in ognuno di noi». Sembra una battuta, ma Elena Sofia Ricci e Claudio Amendola per una volta fanno sul serio. Non sono sul set della fiction di punta di Mediaset, che venerdì torna in prima serata per 15 puntate su Canale 5. Sono sì a Cinecittà, location della serie, ma presentano ufficialmente I Cesaroni atto terzo. Dove i due protagonisti (Giulio e Lucia) entrano in crisi, dove Eva (Alessandra Mastronardi) resta incinta, dove Cesare (Antonello Fassari) si ritrova padre adottivo della piccola peste Matilde e dove Mimmo viene selezionato come portiere dei pulcini della Lazio (ospite d’eccezione Claudio Lotito).
Tanta carne al fuoco per un prodotto sicuro, forgiato per la famiglia, ricamato con gadget di ogni tipo (dai diari alle magliette), così forte da non temere confronti. Di nessun genere. «Venerdì 20 febbraio andremo contro il festival di Sanremo, ma a noi ci farà un baffo», esclama Amendola. E anche qui, dice davvero. Non gioca. Neanche quando parla di cinema, diventato ormai estraneo alla sua carriera. «Sanno che sono impegnato con la tv – dice Claudio, in onda su Canale 5 anche il giovedì con Scherzi a parte – e i cinematografari sono snob, ma io me ne frego ora mi voglio divertire, al cinema invece non si rideva mai con quegli autori sempre convinti che stavano facendo un capolavoro e che ora per campare si buttano a fare i registi tv». Tornando a I Cesaroni, l’attore romano spiega che «il segreto è la riconoscibilità dei personaggi, le persone che ci incontrano per strada ci confermano di riconoscersi. In molti mi hanno chiesto che andasse in onda di venerdì per permettere ai bambini di restare svegli un po’ più a lungo. In giro vedo tante imitazione, ormai I Cesaroni è come un marchio da tutelare…». A novembre inizierà la lavorazione della quarta stagione, ma in palinsesto la fiction è prevista a fine 2010. E non è detto che tutto il cast venga riconfermato. La Mastronardi ha qualche dubbio: «Non dico sì o no a priori, prima voglio vedere cosa accade al mio personaggio».

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