Dieci anni di Sei Nazioni, dieci anni «di crescita non tanto come risultati, ma sicuramente come immagine». Sabato 7 febbraio parte l’edizione 2009 del torneo e oggi a Roma, nell’Aula Giulio Cesare del Campidoglio in occasione della presentazione, il presidente della Federazione italiana rugby, Giancarlo Dondi, ha parlato del passato e del futuro del movimento italiano. «Siamo partiti che eravamo piccoli, dopo dieci anni siamo cresciuti non come risultati ma come immagine. Il nostro sport- ha detto ancora Dondi- è ormai nel cuore degli italiani, oggi il seguito è impressionante. In questa edizione vorremmo vincere almeno un paio di partite». E lo è a tal punto che già «tre mesi prima di un evento possiamo annunciare il tutto esaurito dello stadio Flaminio, a cui teniamo tantissimo. Alle nostre radici siamo attaccati. Il nostro sport è in pieno sviluppo, lo dimostrano anche i sei sponsor con contratti in scadenza e che sono stati tutti rinnovati». Risultati a parte, infatti, il presidente Dondi tiene moltissimo all’interesse che il rugby in Italia sta conquistando sempre di più. «Possiamo dire che il 7 febbraio, in occasione del nostro esordio in Inghilterra- ha detto il massimo dirigente italiano- ci porteremo dietro 7.000 tifosi». Dondi è invece ottimista relativamente ai lavori dello stadio Flaminio, in fase di restauro: «Lo chiamerei lo ‘stadio dei miracolì- ha detto con un sorriso- Si fanno delle cose e se ne trovano altre (il riferimento è al ritrovamento di reperti archeologico, ndr). Comunque un grande passo avanti è stato fatto, cose importanti ne sono state fatte. Quest’anno le condizioni sono sicuramente migliori». Alla conferenza hanno preso parte anche Gianni Alemanno, sindaco di Roma, Rocco Crimi, sottosegretario con delega allo Sport, Alessandro Cochi, delegato allo sport del Comune di Roma. «Da qualche anno il rugby ha rotto gli argini- ha detto il primo cittadino della Capitale- Tutta la città dovrà sapere che c’è il Sei Nazioni». Presente alla conferenza stampa anche Gianni Petrucci. Per il presidente del Coni, «la realtà della Federazione italiana rugby è sotto gli occhi tutto. Credo sia stata capace, negli ultimi anni, di raddoppiare, se non triplicare, i suoi tesserati. I risultati sportivi sono importanti, ma arriveranno.