Luciano Spalletti non le manda a dire e smentisce subito le voci che lo vorrebbero come futuro allenatore della Roma levandosi anche qualche sassolino dalla scarpa. Ecco le sue parole a Sky:
“Torno a Roma nei prossimi giorni, ma non disturbo chi lavora seriamente come Luis Enrique. Ero quello che l’ha disturbata. Sono stato bersaglio dei tiratori scelti, fino al punto di essere impallinato, di dover lasciare. Ora, devo essere quello che disturba il lavoro di un professionista serio e capace come Luis Enrique? È uno che lavora bene e chi lavora bene in questo mestiere ha il diritto di avere tutto il tempo per esprimere le proprie idee e di avere il tempo di modificare delle cose, di modellare, di lavorare in profondità, in una situazione dove, com’è successo a me quando entrato, non si può fare tutto in due mesi».
Spalletti continua dicendo: “La più grossa garanzia, da simpatizzante della Roma, è il fatto che uno come Baldini ha deciso di tornarci e di lavorarci dentro, conoscendola bene. Per quanto mi riguarda, è la più grossa garanzia».
Spalletti ha poi duettato con Carlo Ancelotti, in collegamento da studio: “Ma non eri tu che ogni volta che si giocava contro dicevi che saresti stato l’allenatore della Roma e volevi prendere il mio posto? Ora che non lavori che fai, rifiuti?”.
Ancelotti ha replicato. “Tu hai sempre creduto quello, in realtà io ho solo dato qualche risposta per stuzzicarti”.
Poi Spalletti ha ammesso: “Nostalgia dell’Italia? Si, quella sempre. Io rimango allo Zenit, perché‚ qua sto bene, le dimissioni assolutamente non le do, loro non hanno intenzione di mandarmi via, ho ancora un anno di contratto e se ne parla dopo. Dopo questa partita, vivrò qualche giorno a Roma perché‚ c’è mio figlio che fa l’università. Senno, sarebbe stato che sono andato lì a firmare il contratto…”.
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