Vietato l’I-Pad in panchina. Questa la strampalata ed inutile proposta della Task Force 2014 della Fifa presieduta da Franz Beckenbauer che, oltre all’ex campione tedesco, presenta importanti stelle del calcio passato come Pele’, Savicevic, Bobby Charlton e Cafu. Demetrio Alberini, coordinatore per l’italia, ha spiegato che “Non si puo’ pensare di aprire a tecnologie video. Con l’Ipad in panchina un allenatore può rivedere tutte le immagini della partita, anche al rallentatore. Di fatto, e’ come avere la moviola in campo e‘ come dare spazio totale alle nuove tecnologie. Cosa che la Fifa ha sempre combattuto”.
Leggendo queste parole viene solamente in mente come la Fifa non abbia niente di meglio da pensare che vietare un oggetto tecnologico di uso comune non solo nello sport ma soprattutto nella vita quotidiana di molte persone. L’I-Pad non è altro che un PC portatile di ridotte dimensioni che, alla fine dei giochi, non aggiunge nulla ai fini del risultato.
Inoltre fa ridere come la Fifa voglia contrastare l’avanzata delle tecnologie che in molti altri sport come il basket ed il football americano stanno migliorando e risolvendo alcune situazioni spinose che spesso durante un incontro sportivo si vengono a creare. L’utilizzo della tecnologia in questi speciali casi può essere invocata solo in situazioni speciali ma resta un elemento importante ai fini del gioco. Per quel che riguarda il calcio l’utilizzo di due arbitri in linea alla porta come vediamo in Europa, ha alimentato solamente numerose sviste ed a quanto pare gli errori ci sono lo stesso.
E’ giusto che le tecnologie non devono sostituirsi alla “purezza” del gioco ma situazioni come i gol fantasma (rari ma decisivi) sono elementi che fanno male al gioco e che alimentano solo la cultura del sospetto.
Proprio la stessa cultura del sospetto che la Roma sta facendo di tutto per eliminare non commentando più situazioni arbitrali sia sfavorevoli che favorevoli. Lo stesso Luis Enrique, uno dei più accesi fautori dell’I-Pad (ma solo in allenamento), non batte ciglio: “Per natura – spiega all’ANSA – sono aperto a tutte le novità tecnologiche, in particolare a quelle che possono apportare benefici al gioco del calcio. Ma se la Fifa è orientata in questo senso non sarò io a fare problemi”.
Eliminare l’I-Pad non aggiunge nè toglie nulla al calcio. E’ solo un segnale della scarsa capacità di adattamento della FIFA che favorisce l’utilizzo di orribili terze e quarte maglie per ogni club, specula sui diritti TV con partite alle 12 ma non tutela elementi che potrebbero dare un aiuto, seppur piccolo, al gioco. Sicuramente il “demonio” della tecnologia, sempre più presente in ogni situazione quotidiana, al momento opportuno verrà accantonato. Ma solo in favore del vero demonio che attanaglia il calcio: gli interessi dei più potenti. Magari quando lo stesso I-Pad, o chi per lui, potrà essere pubblicizzato in qualche modo tra i fan.