È sbarcato a Roma poche ore dopo la morte del presidente Sensi, ha portato la bara, ha partecipato a due messe funebri, ha perso tre partite su quattro. Dovesse annotare sul diario il suo primo mese romano, Julio Baptista potrebbe intristirsi ed avere legittimi dubbi sulla scelta di lasciare Madrid per venire da queste parti. Ma visto il rendimento in campo, le difficoltà da parte dell’allenatore a individuare posizione e ruolo giusti, la sua aria stralunata, sono altrettanto legittimi i dubbi sul valore di questo calciatore brasiliano. Chi è veramente Baptista? È il giocatore che serviva alla Roma? Può giustificare un investimento da nove milioni di euro, più due di eventuale bonus-Champions? Stella o bidone?
Baptista può essere considerato il simbolo della campagna acquisti 2008 della Roma, la più onerosa dal 2001 ad oggi, 45 milioni di euro circa. Più di Menez, che è un ragazzo. Più di Loria, che è un gregario. Più di Riise, perché nessuno ha mai pensato che il norvegese potesse cambiare i destini della Roma. Ma Baptista era l’uomo che a luglio scatenava la fantasia dei tifosi, il campione che doveva oscurare il ricordo di Amantino Mancini, l’ultimo tassello per una Roma da scudetto. Era la Bestia: ma finora si è visto un cucciolo.
(fonte: gazzetta dello sport)