Rassegna Stampa | GaSport | La Roma dovrà avere a che fare nei prossimi giorni con i problemi relativo all’attacco: Adriano, Borriello e Menez. Intanto prende sempre più piede l’ipotesi di delisting del titolo in borsa.
Una telefonata allunga la vita, una squalifica rilancia un cannoniere, una chiacchierata mette sull’avviso un talento incostante. Nei contorcimenti dell’ultima settimana di presidenza della famiglia Sensi — la prossima dovrebbe avvenire il passaggio di consegne — la Roma è alle prese con una serie di problemi (e speranze) relative all’attacco. Adriano, Borriello e Menez— in ordine alfabetico— rappresentano insieme malattia e cura per la malattia giallorossa, ed ognuno ha bisogno di una ricetta specifica.
Caso Adriano Impegnato ancora a Milano per l’affare Castaignos, il manager del brasiliano, Roberto Calenda, ha potuto contattare i dirigenti della Roma solo al telefono. La linea scelta dal direttore operativo Montali è questa: Adriano terminerà le sue cure alla spalla (40 giorni) a Roma, poi si andrà a una risoluzione consensuale che soddisfi le parti senza arrivare in tribunale. L’obiettivo giallorosso è lampante: non pagare i prossimi due anni di contratto, risparmiando così almeno 10 milioni.
Borriello & Menez D’altronde in attacco la Roma non ha problemi e così Montella, vista la squalifica di Totti, è pronto a Lecce a rilanciare Marco Borriello da titolare. Non succederà più un autogol in stile Mexes, che ha trovato già l’accordo col Milan e si libererà gratis. Ieri il francese ha parlato coi dirigenti dicendo di non aver ancora deciso e rassicurandoli sull’impegno, ma a Trigoria ormai lo vedono rossonero.
Borsa addio Ma di distacchi è fatta la vita, e a volte anche gli affari. Prende sempre più quota, infatti, la possibilità che presto la Roma esca dalla Borsa. L’operazione si chiama delisting e sarà più facile metterla in atto, cioè finanziariamente meno pesante, se l’opa che i nuovi proprietari lanceranno avrà successo e le azioni da rastrellare saranno poche. Vantaggi? Meno controlli, meno burocrazia e — si sussurra a Trigoria — meno esigenze di trasparenza nei bilanci, proprio sulla falsariga delle «big» milanesi. Poco elegante? Può essere, ma chi ha detto che il calcio sia il migliore dei mondi possibili?