L’umanità di Riise e la paura di Castellini

Forza-Roma.com – Stefano Mattei – La (brutta) notizia della settimana per il tifoso romanista è che il nostro “roscio” è umano. Nella facilmente eccitabile fantasia del cuore e della mente dei giallorossi dopo le prestazioni dello scorso anno, pensavamo che il norvegese fosse assolutamente indistruttibile, che potesse a testate dividere la scandinavia dal continente europeo e mandarla alla deriva, o giocare ininterrottamente per 100 partite senza spettinarsi come Zanetti. Evidentemente però la testa (ugualmente norvegese) di Espen Ruud sulla quale ha cozzato quella di John Arne, è composta di diamante e platino, materiali storicamente “duretti”. Il risultato è la commozione celebrale e lo stop forzato del “nostro” vichingo in un periodo denso di incontri importanti per la Roma. Quello che ci rimane in dote sulla fascia sinistra è l’umanissimo Castellini, del quale non si narrano mirabolanti avventure, ma già in molti gli consigliano di non vedere il video del gol di Riise nei minuti finali della partita con la Juve, altrimenti gli viene il mal di stomaco per il timore del confronto. Sono pochissimi infatti i tifosi che pensano nella creazione di un nuovo coro della curva: “aleee aleee Castelliniii Castelliniiii”. L’amara verità, è che la maggior parte dei romanisti credevano che il nostro terzino titolare potesse giocare per sempre, cosa che evidentemente non è possibile se non in qualche saga nordica di draghi e eroi. Perché comprare un sostituto forte se Riise è indistruttibile? Ma il destino dei miti è che sono destinati a crollare e ora il terrore è caduto su di noi con l’immagine orrenda di uno scontro Castellini-Robben (comunque infortunato anche quest’ultimo) nella prossima sfida di champions. Di positivo c’è che almeno Castellini l’abbiamo e dato che solo il campo può definire chi può essere o non può essere “da Roma”, prima di criticarlo forse è saggio almeno dargli una possibilità, poi magari potremo cominciare veramente ad avere paura. La toccante immagine del “roscio” ferito che dal suo letto di ospedale “vuole giocare comunque”, può insegnare al piccolo uomo Castellini, una cosa fondamentale sugli eroi, che si fanno prima con il cuore, oltre che con i piedi, con la totale abnegazione prima che con la classe. Questo è quanto possiamo chiedere all’ex del Parma che di classe non ha mai brillato. Possiamo solo sperare, prima che il norvegese torni tirare fantastiche bordate, quelle alla Mark Lenders, che nella nostra fantasia spaccano il muro dietro la porta e fanno girare il pallone per una ventina di secondi prima di cadere.

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9 commenti su “L’umanità di Riise e la paura di Castellini”

  1. diamo un opportunità a castellini, non sarà il terzino sinistro piu forte del mondo, ma magari è un giocatore normale che fa il suo compitino, e poi non ci scordiamo riise il primo anno che in difesa era pessimo.

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