«Nel calcio non c’è libertà di parola»

Rassegna stampa – Il Romanista – Sdegno e sorpresa. Il deferimento di Totti è diventato quasi un caso politico. Anzi, togliamo pure il quasi. Il Capitano della Roma, anche stavolta, è finito sotto la luce del faro inquisitorio, come spesso gli è accaduto nel corso della carriera. Al dibattito organizzato da “Sinistra, ecologia e libertà”, il mondo della politica resta basito per la scelta della Procura federale. Paolo Cento, coordinatore nazionale di “Sinistra, ecologia e libertà”, nonché presidente del Roma club Montecitorio è infastidito per l’ennesima beffa subita dalla propria squadra: «Ancora una volta mi sembra che si usi un canale privilegiato per colpire Totti e attraverso lui la società. Se ascoltiamo bene le sue parole, ha fatto tutto tranne che accampare presunte scuse rispetto allo scudetto perso. Tant’è vero – continua Cento – che è stato chiaro, dicendo che il tricolore è svanito nel secondo tempo della partita con la Sampdoria. Questo è un paese strano dove si vuole mettere il bavaglio alla stampa e adesso si cerca di zittire le opinioni personali del Capitano giallorosso. Credo non sia mai accaduto nella storia degli ultimi anni che nel giro di ventiquattro, quarantotto ore, si prendesse una decisione simile. Ben venga se può essere un’occasione per un dibattito pubblico sul calcio italiano».

Duro e ironico è invece il commento di Enzo Foschi, consigliere alla Regione Lazio e tifoso romanista da sempre: «Ormai siamo al limite del paradosso, il calcio sembra diventata l’anticipazione di quello che poi accade nel Paese: non c’è più libertà di parola. Chiunque ha visto la conferenza stampa, ha sentito le parole di Totti, indipendentemente dal fatto che Francesco ha detto la verità, si è reso conto di una frase detta in un contesto molto tranquillo. La stessa celerità da parte della Federcalcio me l’aspetterei per cose più serie e vorrei ricordare che Moratti è stato sospeso, tra le altre cose, anche per non aver rispettato i tempi imposti al calciomercato. Quelle sono cose forse più serie, che dovrebbero avere maggior risalto». Una voce fuori dal coro arriva da Renzo Ulivieri, per tanti anni seduto sulle panchine di mezza Italia e ora dietro la scrivania della presidenza dell’Associazione allenatori: «Mi sembra che ci stia, perché chi parla così, credo debba produrre delle prove, altrimenti non si arriva da nessuna parte. È un deferimento che mi dispiace, sono un ammiratore e un tifoso di Totti ma sarebbe stato impossibile non farlo. Ho sempre espresso opinioni e le ho puntualmente pagate in prima persona. Sono stato squalificato, ho pagato multe. Noi abbiamo delle regole. Comunque, il deferimento non vuol dire essere condannati ma andare davanti al giudice della procura federale e spiegare le proprie motivazioni».

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1 commento su “«Nel calcio non c’è libertà di parola»”

  1. Difendiamo il capitano,nessuno si permetta di toccarlo.Adesso è veramente troppo bisogna tutelarlo,Totti e il simbolo, la bandiera,l’orgoglio di tutti i romani, e romanisti del mondo.Strinciamoci forte al nostro capitano xche non sarà mai solo,siamo tutti con te mio capitano…. ❗

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