Rassegna Stampa – Il Romanista – Nel giorno della partenza verso il ritiro di Brunico, è cominciata la nuova avventura della Roma. E’ tempo di riflessioni per il tifoso romanista. Non vogliamo chiamarlo il viaggio della speranza e neppure della certezza, ma indiscutibilmente di rassicuranti prospettive che trovano fondamento nella solida realtà di uni campionato vissuto da protagonisti. Tutti sappiamo che il calcio non è una scienza esatta. I pronostici sbagliati sono sempre dietro l’angolo beffardo. Però esiste un antico modello, collaudato nel tempo, che offre importanti sostegni all’ottimismo ragionato, spogliato dei facili entusiasmi Ranieri non si vede costretto a scoprire una squadra, come gli è accaduto lo scorso anno. Pur nei limiti imposti da un mercato di risorse economiche cercate in casa, l’allenatore è riuscito a mantenere intatto il suo piccolo capolavoro costruito pazientemente a sua immagine, premiato da una corsa importante finita sul filo di lana ,dopo che la sua squadra sia riuscita a misurarsi ad armi pari ,contro le opulenti avversarie. Alcuni tasselli essenziali, che si chiamano Adriano, Simplicio e Burdisso il quale dovrebbe vestire stabilmente la maglia giallorossa, promettono di aggiungersi agli architrave di un edificio che ha già superato brillantemente la verifica di stabilità.
Ecco il vero segreto della Roma, forte dei suoi collaudati meccanismi, ricca di esperienza per tentare di nuovo la scalata dei sogni. Il forte incitamento espresso dal suo capitano Francesco Totti induce a respingere la banalità delle frasi scontate, che per consuetudine si buttano là ad ogni inizio di stagione. Come sempre, Totti ci ha messo la faccia, ma stavolta con il piglio ancora più vivo, da vero condottiero, convinto di riuscire a guidare, su percorsi rilevanti, il gruppo di campioni confermati per vincere. La realtà di una Roma che infonde timore è racchiusa nell’infelice esempio che ci ha offerto lo stesso presidente Moratti,con la solita risatina stampata, il quale ha creduto di sfidare l’avversaria, divenuta ormai tradizionale, sul terreno del danaro che scorre facilmente dalle sue parti. Chiedere dieci milioni di euro per Burdisso, relegato sulla panchina delle riserve, mortificato dall’esclusione del suo nome fra i giocatori scelti per la champions, è un episodio che nasconde a malapena il livore riversato sulla sfacciata rivale che, secondo l’arroganza dei potenti, non sarebbe dovuta esistere. Chissà che la nebbia meneghina non debba arrendersi al sole di Roma, che il difensore argentino ha ripetutamente dichiarato di preferire. E’ una delle tante dimostrazioni emblematiche di chi ha scoperto il fascino e il calore di una città, che rendono vani i tentativi di paragone, destinati al fallimemento. A consolidare l’orgoglio romanista, dignitosamente composto nel ruolo di chi non può sparare colpi miliardarii, riuscendo tuttavia a sgretolare le mura dei castelli nordisti, merita in chiusura la frase di Ranieri, che sembra costruita su misura: “Loro hanno la forza del danaro, noi quella delle idee”.