Valorizziamola…

Sembra non sia cambiato nulla ed invece è cambiato tanto, al punto tale che il buon senso suggerisce un’attenta analisi di tutti gli aspetti legati alla faccenda, prima di sbilanciarsi in commenti. E’ una situazione talmente grossa anche per chi, per hobby, scrive quattro righe su questa pagina ed il rischio di comunicare inesattezze è alto. Partiamo da un punto: l’accordo sancisce l’azzeramento del debito gravante in capo alla famiglia Sensi. Tradotto: non c’hanno più un soldo da spendere, ma nemmeno esposizioni debitorie da onorare. In termini calcistici: se oggi vendi un giocatore, tutto quello che incassi può essere reinvestito, senza assilli, nella gestione della squadra e sul mercato. Autofinanziamento, quello vero, ripulito dalle scorie del debito, non quello che, per troppo tempo, ha funto da mera copertura all’esigenza di monetizzare per garantire boccate di ossigeno ad Italpetroli. Altra novità  fondamentale: la Roma è in vendita, ufficialmente ed incondizionatamente. Nessuno potrà  mettere voce sulla scelta del compratore, se non l’advisor di fiducia. E di fiducia bisogna averne tanta, perchè la scelta non sarà  di poco conto. Ma la cosa più importante, quella che ancora non mi è totalmente chiara è la seguente: come verrà  ripartito il ricavato della vendita? Ecco uno stralcio del comunicato emesso da Italpetroli: “…quanto alla partecipazione detenuta in A.S. Roma, l’accordo dovrà  prevedere che A.S. Roma continui a far capo, all’esito di una riorganizzazione societaria del Gruppo Italpetroli, ad una società, Newco Roma, partecipata dalla Famiglia Sensi e da Unicredit secondo le attuali quote di partecipazione in Compagnia Italpetroli, rispettivamente, 51% e 49%; il consiglio d’amministrazione di Newco Roma sia composto da tre consiglieri, di cui uno indicato dalla Famiglia Sensi, uno indicato da Unicredit ed il terzo, presidente con piene deleghe operative, nella persona del prof. Attilio Zimatore, professionista indipendente di comune fiducia delle Parti; Newco Roma abbia l’obiettivo prioritario di procedere alla valorizzazione e alla vendita, avvalendosi di primario advisor, del pacchetto A.S. Roma, società  che conserverà  l’attuale governance e continuerà  ad essere guidata dalla dott.ssa Rosella Sensi. Tali intese si inseriscono in un quadro più ampio che prevede, a fronte della totale esdebitazione della Famiglia Sensi e dell’assegnazione di un compendio immobiliare, il trasferimento ad Unicredit di tutti gli asset residui…”. Stando, dunque, alle odierne quote di partecipazione nella società  che allo stato assorbe AS Roma e provando ad interpretare i termini dell’accordo, la torta dovrebbe essere ripartita 51 e 49. Questo è il passaggio chiave, nel senso che l’unica ragione per credere al reciproco interesse alla valorizzazione della nostra Roma è l’ipotesi di una spartizione equa del ricavato della vendita. La Sensi alimenterebbe parecchio la sua buonuscita; la banca speculerebbe. Forse tutta questa vicenda di calcistico ha ben poco; tuttavia, se le cose stanno effettivamente come ho osato rappresentarle, direi che in prospettiva stiamo un po’ meglio di prima. Le prossime ore chiariranno tutti gli aspetti della vicenda.

Condividi l'articolo:

5 commenti su “Valorizziamola…”

  1. Al fine di evitare l’Opa, il pacchetto di maggioranza dell’As Roma è stato trasferito nella “Newco Roma”, di cui i Sensi detengono il 51% e Unicredit il 49%. Una volta intervenuta la cessione del pacchetto di maggioranza dell’As Roma, il 51% della “Newco Roma”, attualmente di proprietà della famiglia Sensi, dovrà essere ceduto per 1000 euro. L’intero importo che verrà realizzato dalla vendita della “Newco Roma” finirà pertanto nelle casse di Unicredit, ad eccezione di un bonus a beneficio della Sensi. Qualora la vendita del pacchetto di maggioranza dell’As Roma superasse i 100 milioni di euro (come sembra scontato), ai Sensi verrà riconosciuto il 5% dell’eccedenza. A patto che la presidente abbia mantenuto il suo ruolo nel club fino alla cessione. Se con la vendita di tutti gli asset venisse pareggiato l’intero credito, il che risulta difficile, l’eccedenza finirebbe nelle casse dei Sensi.
    Questa dovrebbe essere la risposta esatta al quesito posto nell’articolo. Avevo preannunciato che sarebbe occorso qualche giorno in più affinchè le idee fossero più chiare. Purtroppo sono argomenti molto delicati… Speriamo bene…

    Rispondi
  2. io credo che prima di 3-4 mesi non si muova niente…oppure c’è una botta da matto di qualcuno che arriva mette i soldi e ci prende per intero…investe sui giovani fa lo stadio nuovo di nostra proprietà….credo che se questo succederà sarà fantastico….spero che troviamo qualcuno che fa un misto di calcio inglese e spagnolo…inglese per gli stadi e spagnolo per la valorizzazione dei nostri giovani!

    Rispondi
  3. La Sensi la sua buonuscita l’ha già avuta, quello che verrà dalla vendita dell ROMA andrà a ripianare il debito verso le banche. Questa è una soluzione per evitare che Unicredit fosse costretta a fare l’OPA. L’opa la farà il prossimo proprietario quando acquisterà il 67% delle azione della Newco. Probabilmente se la Roma fosse vebduta oltre un certo prezzo stimato la sensi avrà un partecipazione alla plusvalenza. Aspettiamo il compratore e speriamo che questa sia l’ultima volta che facciamo discorsi di “Alta Finanza” ma che possiamo tornare a fare semplicemente i tifosi della ROMA.
    FORZA ROMA

    Rispondi

Lascia un commento