Questa Nazionale non mi rappresenta…

I fedelissimi del filojuventino Marcello Lippi hanno fallito, tutti, indistintamente: da Cannavaro a Chiellini; da Marchisio a Camoranesi, da Pepe a Iaquinta e chi più ne ha più ne metta. L’allenatore, a più riprese, ha ribadito di non avere lasciato in Italia “fenomeni” in grado di cambiare le sorti di una gara. In effetti, aveva ragione… I fenomeni li aveva tutti con sé, visto che soltanto dei fenomeni avrebbero potuto incassare un goal da rimessa laterale come il terzo beccato ieri sera… Roba che non si vede più nemmeno sui campetti di periferia. Oltre loro, soltanto qualche buon atleta, una spanna in su rispetto agli altri, pur tuttavia lasciato a marcire in panca, fino al momento della disperazione: leggasi Maggio e Quagliarella. A questo punto, potrei muovere la più facile delle obiezioni: Lippi ha strutturato la squadra per il mondiale avvalendosi dell’ossatura del club che, più di ogni altro, ha deluso nell’ultima stagione. In realtà, il quesito che vorrei porre è un altro: cosa ha dato di suo il ct a questa Nazionale? Di certo non un gioco, non un’idea tattica, non uno schema, non un cambio azzeccato… Lippi ha semplicemente mortificato le aspettative e le ragioni di un’intera Nazione a vantaggio del proprio ego ed ancor di più del proprio ascendente politico a tinte bianche e nere. Questa Nazionale non mi rappresenta. La denuncia è tardiva, poiché, per fortuna, da oggi si cambia. Ad ogni modo, valeva la pena sottolinearlo, se non altro, per evidenziare come i deliri di onnipotenza non devono mai invadere la sfera di ciò che appartiene ad un popolo o comunque ad una pluralità di persone. E’ un discorso che vale in generale e chi vuole intendere intenda…

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