Rassegna Stampa – Gazzetta dello Sport – Fra qualche giorno la barca di Claudio Ranieri partirà per qualche mare del Sud. A bordo, i compagni dei tempi di Catanzaro, con mogli al seguito. «Una squadra di calciotto: Pellizzaro in porta, io, Silipo e Vichi in difesa, Banelli e Braca a centrocampo, Palanca e Spelta in attacco. Una volta in Grecia abbiamo sfidato una squadra di ragazzini. Trascorriamo estate e Natale insieme. L’amicizia è sacra».
La prossima sarà la prima vera Roma di Ranieri. Mercato e preparazione con la sua regia: cosa si aspetta dalla società? «Il punto fondamentale è non prendere in giro i tifosi. La nostra gente sa benissimo quali siano le nostre risorse e non bisogna promettere la luna. Mi aspetto una Roma più forte perché quella che si è giocata lo scudetto fino all’ultima mezz’ora di campionato ha fatto cose straordinarie, forse irripetibili. Sappiamo dove intervenire e cercheremo di accontentare chi vuole cambiare aria».
I primi rinforzi sono Adriano e Simplicio: che cosa l’ha spinta a scommettere su Adriano?
«Io sono contento dell’arrivo di Adriano. L’operazione è stata condotta da Pradè: sua l’idea, suo il merito di aver chiuso l’affare. Roma può aiutare Adriano a rigenerarsi».
È vero che Ranieri avrebbe detto «io gestisco Adriano in campo, il resto è compito della società»?
«Ho sempre gestito imiei giocatori occupandomi della parte tecnica e lasciando totale libertà fuori al campo. Non sono mai andato a suonare al citofono dei calciatori la sera o a cercarli nei bar».
Chi si occuperà allora di Adriano lontano dal campo?
«Adriano ha 28 anni e credo che possa gestire in prima persona la sua vita».
Paura di perdere Burdisso? «Burdisso per me è fondamentale. Non voglio pensare ad una Roma senza di lui. Sono convinto che la società farà di tutto per mettermelo a disposizione. Se poi ci chiedono la luna, questa è un’altra storia».
C’è il rischio reale di perdere De Rossi?
«No. Sono convinto che Daniele non lascerà la Roma».
È vero che tra Ranieri e De Rossi non c’è grande feeling?
«Questa è nuova. Falso».
I fuoriclasse quando invecchiano-complicano la vita agli allenatori: è difficile gestire Totti?
«Francesco si è sempre messo a disposizione della squadra. Aggiungo: tra Ranieri, Totti e Vito Scala c’è sintonia totale».
Il continuo richiamo alla romanità non è provincialismo?
«Non siamo l’Athletic Bilbao che schiera solo giocatori baschi, ma il senso di appartenenza è un valore aggiunto».
Qual è il rapporto tra Claudio Ranieri e una presidentessa più giovane di 20 anni?
«Rosella Sensi è il mio capo. È pragmatica. Ha lucidità e durezza nel realizzare i progetti».
Che cosa perde il calcio italiano con l’addio di Mourinho?
«Non voglio più parlare di Mourinho. Il calcio italiano sopravviverà. Mourinho mancherà a livello mediatico: è stato una miniera d’oro per i giornali».
È stato contattato dalla federazione per guidare l’Italia?
«No, ma un giorno vorrei allenare una Nazionale. Sono contento per Prandelli: persona perbene e ottimo tecnico».
Dove può arrivare l’Italia di Lippi al Mondiale?
«Se gira bene, in semifinale».
Il calciatore italiano sul quale scommettere? «
Gilardino».
Le favorite?
«Brasile, Inghilterra anche se il portiere non mi convince, Spagna. Mi incuriosisce l’Argentina con Maradona in panchina».
Le stelle
? «Messi. Poi Milito. Ha fatto la differenza tra Inter e Roma e ha deciso la finale di Champions. Se si conferma, il Pallone d’Oro è suo».
Favorevole o contrario al primo Mondiale in Africa?
«Favorevole. Nel mondo c’è ancora razzismo e giocare in Sudafrica ha un valore enorme».
Nelson Mandela per Ranieri?
«È un eroe dei tempi moderni che ha capito il valore universale dello sport».