Dall’estate del 2000, quella nella quale si sarebbe iniziato a costruire il sogno del terzo Scudetto, fino a quella del 2020, sono stati tanti i centravanti di valore assoluto passati per la Roma. La società giallorossa, una delle pi๠storiche d’Italia, ha sempre avuto buon occhio per gli attaccanti in grado di fare la differenza, soprattutto se provenienti dall’estero. Come dimenticare, infatti, il contributo a livello di goal di un certo Gabriel Omar Batistuta, tra i protagonisti di quella trionfale cavalcata di 19 anni fa, e l’abilità a fare reparto da solo dell’attuale capitano Edin Dzeko? I due sono probabilmente i pi๠grandi numero nove giallorossi dell’epoca moderna, con modi diversi di giocare ma la stessa concretezza sotto porta; una concretezza che si rispecchia nell’amore che i tifosi della Roma hanno sempre manifestato loro.
Per quanto riguarda Batistuta, parliamo di un attaccante fortissimo fisicamente in grado di calciare da qualsiasi posizione. Il nativo di Reconquista, nella provincia argentina di Santa Fe, arrivಠalla Roma proprio vent’anni fa dopo nove stagioni alla Fiorentina, con l’obiettivo di vincere finalmente un titolo importante, quel famoso Scudetto per il quale quest’anno la squadra romana é piuttosto indietro nelle gerarchie definite dalle quote delle scommesse sportive online in questo momento. Nelle sue tre uniche stagioni in giallorosso l’attaccante argentino visse grandissimi momenti, anche se la prima annata, culminata con la conquista di un titolo nazionale dopo 17 anni, fu senza dubbio la pi๠importante e prolifica, come lo dimostrano i 20 goal messi a referto in 28 partite di campionato. Insieme a Francesco, Totti Batistuta formಠuna delle coppie goal pi๠importanti di sempre della storia della Roma, e nonostante non arrivarono trionfi europei di rilievo, la tifoseria della Magica ricorderà per sempre l’argentino come uno dei pi๠grandi bomber passati per la squadra capitolina. I suoi goal dalla distanza e la sua fame di vittoria sono infatti uno dei suoi marchi di fabbrica.
Per quanto riguarda Dzeko, parliamo invece di un centravanti meno bravo ad attaccare gli spazi, ma eccellente nel posizionamento come punto di riferimento offensivo. Proveniente dal Manchester City, dal quale fu acquistato nell’estate del 2015, l’attaccante bosniaco ha anch’egli come Batistuta condiviso lo spogliatoio con Totti, del quale ha raccolto l’eredità come capitano della squadra. Dopo un primo anno nel quale ha fatto registrare numeri discreti, l’ex City ha poi preso per mano l’attacco giallorosso e nella stagione 2016-17 é stato il capocannoniere della Serie A con 29 reti all’attivo, una in pi๠del napoletano Dries Mertens. A 34 anni il bosniaco é non solo il capitano ma anche il grande punto di riferimento dell’attacco della Roma. Molto abile a fare da perno per gli inserimenti degli altri attaccanti, Dzeko é pi๠uomo squadra rispetto al suo predecessore sudamericano, ed essere arrivato pi๠giovane a Roma lo ha sicuramente favorito da questo punto di vista.
Sia Batistuta sia Dzeko passeranno dunque alla storia come due grandissimi centravanti che hanno portato altissimo il nome della Roma. Il primo ha vinto uno Scudetto, mentre il secondo, nonostante la mancanza di titoli, é stato sempre un grande idolo della tifoseria romanista.Â