Se io fossi il Presidente…

Ci sono cose che noi comuni mortali non possiamo comprendere. Ma ancor di più, ci sono cose su cui noi comuni mortali non abbiamo alcun potere di ingerenza. Eppure sono quelle le cose che più ci affascinano, captano la nostra attenzione e stuzzicano i nostri polpastrelli. Tutto sommato, ognuno di noi gode della convinzione più insana e perversa: “se lì ci fossi io, farei vedere al mondo intero come si fa …”. Già… Peccato che il destino abbia affidato lo scettro del potere ad altri; noi possiamo solo bramarlo. “Se io fossi il presidente”, recitava una vecchia canzone. Questo è un giochino che riesce bene in periodo di mercato. Strapazziamo il cervello, forti delle convinzioni personali, alla ricerca di riscontri. In realtà, quelli che crediamo riscontri sono mere constatazioni. Le cose le fanno gli altri, noi le auspichiamo. All’esito, le approviamo o le disapproviamo, ma sempre costretti nel nostro recinto. Fortunatamente, là dove manca il potere d’azione subentra la facoltà di pensiero, il libero arbitrio. Si discute sulla opportunità di mandare via Motta a vantaggio di Cicinho, di prestare Cerci ed Okaka, di aspettare Tonetto e prenotare Simplicio. Posso sostenere si tratti di gravi errori, nonostante ancora gioisca per la vittoria di Torino. La critica nel momento dell’euforia generale non è semplice, ma è costruttiva e funzionale alla causa. Sarà un caso, ma nel momento in cui le cose hanno preso a girare alla grande, molte delle remore manifestate a destra e manca, sono miracolosamente cadute. Lo scetticismo ha lasciato il posto alla tracotanza. Si è creato partitismo. La tifoseria si è spaccata, nella contrapposizione fra Villapacellisti e pseudogufi, con i primi a rivendicare giovane gloria, insinuando che una parte del tifo giallorosso non abbia gradito le ultime affermazioni della squadra, dimenticando, però, che ognuno di noi sostiene una maglia e due colori, non una dirigenza. L’unico dovere di scelta che abbiamo è quello fra la coerenza e l’incoerenza. Ognuno di noi alla fine si augura che le cose vadano bene e se ci sarà da applaudire applaudiremo. Nella sostanza, siamo più simili di quanto possiamo immaginare: diversifichiamo le idee, ma restiamo tutti comuni mortali, affascinati da quella componente aliena sulla quale dibattiamo con opinioni antitetiche, condividendo, nel contempo, l’incapacità di determinare gli eventi. Se non può essere fiducia, dunque, sarà quanto meno speranza…

Condividi l'articolo:

6 commenti su “Se io fossi il Presidente…”

  1. Ora il punto è che la nostra dirigenza in realtà vive alla giornata, in questo periodo le cose vanno bene, ma noi sappiamo perfettamente che con questa società senza soldi non saremo MAI VINCENTI, io non sono tra i contestatori accaniti, in fondo non ci penso neppure al mercato, a prendere Gerrard, Torres, Aguero o chi altro, sogni.
    La mia paura è che questa situazione positiva resisterà finchè Totti avrà fiato nei polmoni e voglia nelle gambe, poi se le cose non cambiano ci attende il buio.

    Rispondi
  2. Belle parole.
    Se fossi io presidente, sarei in galera da un pezzo per uno dei mille soprusi commessi…ah scusate si parlava di calcio.
    Se fossi presidente, nelle stesse condizioni in cui è il nostro, probabilmente avrei fatto di peggio.
    POSITIVI!

    Rispondi
  3. hehehe grande froma!!! Io invece se fossi presidente non la venderei mai… La ROMA è LA ROMA!!!… poi punterei sui giovani del nostro vivaio… in giro ci sono fenomeni e noi li lasciamo andare via…

    Rispondi

Lascia un commento