Luciano Spalletti in conferenza stampa a Trigoria, dopo esser stato presentato dal direttore generale Baldissoni, racconta il suo ritorno alla Roma:
Sulle impressioni al suo arrivo
“So quanto è bello allenare laRoma e sono tornato per questo. Dovrò avere un pò di tempo per apprendere le migliorie e le novità, per questo ho deciso di dormire qui per imparare e arrivare al vostro livello. Ci metterò qualcosa in più e la prima impressione è stata confermata nel secondo e nel terzo allenamento, cosa che non credevo. Sotto l’aspetto della voglia al livello che io chiedo i ragazzi sono stati attenti, questo è il miglior messaggio che potessi ricevere. Quando c’è il cambio di allenatore qualcuno resta dispiaciuto, con Garcia c’è il dubbio che qualcuno possa essere disturbato o amareggiato per sviluppare gli allenamenti richiesti. A Garcia gli faccio un in bocca al lupo”.
Sulla preparazione fisica?
“Se ne è parlato più volte. Penso che nel calcio attuale il temperamento, il segnale che dà la testa alle gambe è più importante. La strada più breve è quella di andare a rifare una preparazione lunga. Ma che dico ai giocatori? Che se perdono partite per altri due mesi va bene perché non hanno birra nelle gambe? I giocatori non hanno alibi, dobbiamo vincere subito altrimenti chi mi saluta ora tra due mesi mi prenderanno per un orecchio per fare un giro della città. Che farò uguale perché Roma la conosco”.
Sul ritorno?
“E’ stato molto bello. Le grandi squadre hanno due team. chi va in campo e chi lavora dietro. Non conoscevo tutta quella gente che lavora duro dalla mattina alla sera per far svolgere al meglio il nostro lavoro, è importante questo e dobbiamo tenerne conto”.
Quando vedremo la Roma di Spalletti?
“Spero subito, le altre corrono e serve una reazione fortissima, vogliamo dimostrare la nostra stoffa”.
7 punti dalla testa della classifica, ai giocatori cosa ha detto? Puntare lo Scudetto o il terzo posto?
“Pensavo non mi faceste questa domanda (ride, ndr). Ho risposto prima perché il primo impatto deve essere la prima partita, la prima settimana di lavoro. Quello che la squadra riesce a cambiare velocemente, se riusciamo a fare questo sappiamo che se non avverrà il primo passaggio difficilmente verranno gli altri”
Dove vede meglio Florenzi, se Pjanic può fare il regista, se Gervinho può essere ancora importante.
“Secondo me Florenzi è un 3 ½, quando ho visto giocare la Roma ho visto che ha fatto bene più ruoli. Quindi sarà un problema. Ma il discorso va ampliato, il nostro è un calcio di livello grazie agli allenatori che ci sono che allenano i principi di gioco, non solo gli schemi. Ci sono meno rigidità nei modi di stare in campo, ci sono giocatori che si comportano diversamene dal 4-4-2, 4-3-3. Ci sono molti giocatori che sanno sostituirsi nei ruoli, sanno fare più collettivo. Il calcio si è elevato grazie agli allenatori che hanno lasciato sviluppare un gioco più totale, più di squadra, più di scelta propria. Come il Napoli che ha giocato con moduli diversi, la Fiorentina, l’Empoli, il Torino di Ventura. Questa elasticità ci avvicina di più al calcio Europeo, questa è la strada giusta per proporre un buon calcio piacevole al pubblico”.
Da quando è andato via sono cambiati 7 allenatori in 6 anni e mezzo. I presupposti che la convinsero a dimettersi sono ancora qui?
“Sono venuto per dimettermi? (ride, ndr) Sono venuto qui perché allenare la Roma è bellissimo, il resto è tutto cancellato. È tutto nuovo, sono venuto perché me l’hanno chiesto tre tifosi speciali a cui non potevo dire di no, sono i miei figli. Loro sono rimasti sempre della Roma, mia moglie mi ha mandato la foto di mia figlia con la sciarpa della Roma a 4 anni. Abbiamo un motivo in più”.
Se ha parlato del mercato con Sabatini.
“Devo prima conoscere i calciatori e di alcuni non so bene le qualità, e penso di essere già in ritardo. Se sono stati scelti dalla Roma e da Sabatini che è un grandissimo dirigente apprezzato da tutti penso che delle qualità le abbiano. Poi è chiaro che ci confronteremo e parleremo sulle cose che possono essere aggiustate, si può migliorare in tutto. Mi hanno detto che c’è un po’ di. Il regalo me lo sono tenuto. Mi ha chiamato ad allenare in questa bellissima città, per ora però me lo sono tenuto per me”.
Quale è il regalo che vorrebbe portare a Pallotta, che ruolo avrà Totti.
“A Pallotta gli porto una magliettina della Curva, quella che aveva era un po’ stretta. Mi ha aperto la porta con la maglia della Roma e gli sta un po’ stretta. Gliela porto più grande. Perché sarebbe segno che la Roma è cresciuta, è migliorata. Cerchiamo lo stesso obiettivo di Pallotta. Su Francesco è facile, io gli ho dato di più di quello che avevo. È stato il primo che ho incontrato ed ho cercato di non disturbare quello che fosse il suo talento, ora sarò in sintonia con quella che è stata la prima scelta. Se mi volete chiedere del contratto dico che questo è un rapporto diretto tra lui e James Pallotta, a me non riguarda. Non posso essere io ad andare a influenzare niente, quello che è un contatto diretto tra loro due”.
Nel passato c’era il 4-2-3-1 con un grande spettacolo, ha detto che il calcio è in evoluzione. Quel modulo è stato legato ad un certo tipo di interpreti? Avendo giocatori diversi sarà una Roma diversa?
“Si, dici bene quando affermi che in quel contesto è stato creato per alcuni interpreti dopo poche partite è andato a memoria. Ma poi andando fuori ed avendo nuove esperienze ho capito che la soluzione è capire, conoscere. Ho anche conosciuto qualcosa di nuovo. Quel modulo ha fatto cose meravigliose, mi divertivo e qualche volta mi sono anche eccitato. Ero arrivato ad un punto che dicevo fino a che non cambiano le misure 4-2-3-1, poi ho scoperto qualcosa di diverso e come avete detto voi c’è anche da provare velocemente perché la squadra deve essere apertissima ad assimilare belle notizie perché senno si fa danno”.
È una società particolare questa Roma, una proprietà straniera e può creare dei dubbi. Come ha fatto Pallotta a levarle dei dubbi?
“Non è dipeso da quello che mi hanno messo, a me faceva piacere ed è stato facile subito. Chiaro che entrando dentro se conosci in profondità delle cose poi ti vengono delle idee e delle richieste che verranno fatte durante la prossima settimana. Ho avuto società vicine che non hanno dato quel contributo… La differenza la facciamo noi, lui ha un sentimento forte per noi ed ha una passione sfrenata per questa squadra. Per noi deve essere importante, poi quelli che vestono la maglia lo devono percepire e penso lo abbiano percepito. Totti avrà trasferito ai suoi compagni di squadra quella che è la sua storia, quello che ha vissuto qua dentro. C’è solo da fare dei conti in fretta”.
Come ha trovato la squadra dal punto di vista tattico? Castan?
“Garcia secondo me ha fatto un buon lavoro, perché ha fatto delle partite splendide, dei periodi splendidi. Lui ha un modo di lavorare, io cambio qualcosa. Voglio cambiare qualcosa ma l’obiettivo è sempre quello, far avere continuità alla squadra in un modo che sia riconosciuto. Che sia più brava dell’avversario che abbiamo davanti, non è un problema di differenza ma di conoscenze nuove. È un calcio meno rigido e questi calciatori sanno adattarsi, penso che la squadra forte si faccia dal centrocampo forte e noi lo abbiamo fantastico. La percentuale di palloni vedrete che il 90% passerà da lì e se questo 90% lo devono gestire questi nomi io ho fiducia visto che Strootman sta migliorando tutti i giorni. Oggi Leo ho visto quello che tutti mi dicono, lui mi ha detto che sta bene. E quando gli ho chiesto se vuole giocare mi ha detto, “Vedrà che prestazione che faccio”. Lui si è allenato bene, la strada è quella della pratica, della risposta sul campo.
Chi sarà il playmaker e se Rudiger è anche un terzino destro.
“Ne abbiamo quattro, De Rossi lo sa fare, Pjanic lo sa fare, Willy (Vainqueur) lo sa fare. Abbiamo diversi calciatori che possono farlo e prendere in mano il gioco della squadra, anche Pizarro che era quello preposto precedentemente era un trequartista. Noi lo abbiamo tirato dietro e lui è diventato preciso per quel ruolo. Il centrocampo è forte perché tutti sanno interpretare benissimo. Una volta a turno Nainggolan o Pjanic venivano a palleggiare basso, questa è una qualità importante. Chi è che farà il playmaker alla lettera, c’è un disegno da sviluppare. Si rimane aperti e tentare chi lo dipinge meglio. Il quarto, Strootman lo sa fare. Per me è un giocatore eccezionale. Vi faccio una confidenza, conosco grandissimi allenatori ed un paio mi hanno fatto in bocca al lupo. Ancelotti mi ha chiesto di due o tre centrocampisti perché li conosce e sa che sono forti. Rudiger sa anche fare il terzo centrale, se si gioca con tre centrali i due laterali dei tre devono arrivare fino in fascia, uno arriva esterno senno sei facilmente attaccabile. E’ chiaro che non può essere lui a proporre calcio offensivo, ma con tre difensori si può arrivare a dama lo stesso”.
Mancherà la Curva Sud, che idea si è fatto. Se vuole mandare un messaggio.
Mi dispiace moltissimo, io non ho potuto mettere a fuoco ciò che è successo ma è veramente un dispiacere che ti ferisce il cuore quando vedi questo stadio con poche migliaia. Se lo pensi quando abbiamo fatto qualche risultato in Champions è desolante, per le grandi risalite, per i grandi periodi ci vogliono più qualità e sicuramente una grande squadra. Ora serve una grande risalita perché quelle davanti a noi se vedete che calcio giocano e che consistenza hanno, diventa difficile poi anche se è successo che la Juventus abbia inanellato molto risultati. Ma ci vuole una grande squadra, una grande società, un allenatore che faccia meno danni possibili, ci vogliono i tifosi, una curva piena, strapiena che ruggisce e che magari canta un inno prezioso come Grazie Roma. E se perderemo loro mancherà una spinta importante. Adesso mi debbono sostenere, noi abbiamo bisogno di loro per fare questa risalita. Per me domani la Sud è piena”.
Teme questo confronto naturale con lo Spalletti I? Non può essere una Spada di Damocle?
“Non l’ho proprio preso in considerazione, sono sicuro di quello che ho allenato che era una buona squadra. E sono sicuro di quello che ho visto e che questa è altrettanto una buona squadra. Per forza bisogna fare un buon calcio come fece l’altra. Secondo me per quello che ho visto ci si può fare velocemente. Riprendo una domanda alla quale non ho risposto su Dzeko, io ho sempre giocato con squadre dove la prima punta doveva tagliare dietro il centrale sul primo palo perché se andata sul secondo non la pigliava mai. Si diceva “C’è solo Francesco e va fatto cosi”. Ora l’abbiamo uno che sa andare sul secondo palo, la “palla passante” il taglio per la palla intera sul primo e la rotazione sul secondo che è la palla passante.. Che uno dice “Rimessa laterale” e poi arriva uno di due metri e segna. Se fossi stato qua da prima, io avrei preso Dzeko”.
Ritrova anche Lobont e Daniele De Rossi oltre a Totti. Come ha trovato De Rossi?
“Ci ho parlato con Daniele, se fai le domande e non stai attento alle risposte… Daniele nel cambiamento diventa fondamentale perché ha più esperienza e più qualità, è il giocatore insieme ad altri che gli puoi chiedere più cose perché le sa fare tutte. Lui ha dato completa disponibilità, di fare qualcosa di particolare che mi ha fatto piacere”.