Rudi Garcia non è più l’allenatore della Roma, al suo posto torna Luciano Spalletti con un contratto da 18 mesi a 3 milioni all’anno. Finalmente il club ha avuto il coraggio, sopratutto dal punto di vista economico, di attuare la mossa che ormai era già nella testa di molti addetti ai lavori e della maggior parte dei tifosi giallorossi. La squadra di Rudi Garcia ormai era svuotata, senz’anima e senza gioco, l’ombra di quella ammirata nel primo anno. Doveroso cambiare sopratutto a fronte di un anno pieno di non gioco e di delusioni. Si apre, o meglio si riapre, un nuovo capitolo con il ritorno di Luciano Spalletti che tanto aveva fatto bene 10 anni fa, praticamente una vita calcistica. Dal giorno del suo addio, settembre 2009, infatti è cambiato tutto: i Sensi non ci sono più, la rosa è diversa fatta eccezione degli eterni Totti e De Rossi, la Serie A ha stravolto il suo assetto con la Juventus che è tornata a dominare nuovamente al posto l’Inter. Uno Spalletti 2.0 in tutto e per tutto, sicuramente non una minestra riscaldata vista la totale differenza tra la Roma di allora e la Roma attuale.
LA TATTICA
Proprio in virtù di queste novità, parlando da un punto di vista tattico, non c’è ancora la certezza al ritorno del noto 4-2-3-1 di Spalletti; a quel tempo la scelta di quel modulo fu dettata dalle esigenze della rosa e dall’illuminante presenza di Francesco Totti in attacco al top della forma fisica. Pensando al presente gli interpreti sono diversi e le scelte del tecnico di Certaldo potrebbero variare: Spalletti infatti allo Zenit stesso ha mostrato di essere un tecnico capace di sapersi adattare e di utilizzare anche il 4-3-3 senza chiudersi in schemi preimpostati, sapendo valorizzare la rosa a disposizione. Attualmente le uniche certezze che trapelano sono comunque liete novità capaci di mettere da parte le indecisioni tattiche del francese appena esonerato: Florenzi non svolgerà più il ruolo di terzino destro, probabile arrivo di un centrale di difesa, bloccati gli arrivi di Perotti ed El Shaarawy (probabile l’arrivo però del primo), la richiesta di un terzino destro di ruolo (Adriano?).
PORTA E DIFESA
Le certezze: Szczesny in porta, Manolas al centro. Digne dovrebbe giocare per mancanza di alternative. Maicon potrebbe trovare posto ma non sembra ancora dare certezze da un punto di vista fisico. Rudiger sta crescendo mentre Castan resta un incognita. A sinistra da valutare Emerson Palmieri mai preso in considerazione da Garcia. Sicuramente il reparto attuale resta il meno adatto per la concezione calcistica del tecnico toscano che predilige terzini con una buona fase di spinta ma sopratutto con una grande intelligenza tattica cosa che è sempre mancata sia a Florenzi che a Digne definiti da Reja “Due ali in difesa“, come dargli torto. Out Torosidis e Ashley Cole.
CENTROCAMPO
Nainggolan e Pjanic i capisaldi. Da valutare Daniele De Rossi, in grande difficoltà nelle ultime uscite, anche se probabilmente la rivoluzione in quel ruolo specifico sarà svolta la prossima stagione. Strootman è ancora un incognita ma insieme a Nainggolan potrebbe rappresentare il prototipo perfetto per l’allenatore toscano. Keita non sembra adatto per le limitate qualità dinamiche e fisiche, in leggero rialzo le quotazioni di Vainqueur ed Ucan mentre si parla del possibile arrivo di Zielinski per compensare la staticità del centrocampo giallorosso. Unica grande pecca rispetto alle formazioni precedenti del mister è la mancanza di un regista vero e proprio alla Pizarro capace di dettare i tempi. Resta una remota ipotesi con l’abbassamento del bosniaco Pjanic, bravo a segnare sui calci piazzati ma poco propenso agli inserimenti senza palla e senza il tiro secco in corsa per svolgere il ruolo di trequartista.
ATTACCO
Si punta chiaramente sul ritorno di Dzeko, molto in ombra ma anche mal servito dalla squadra fino ad ora. Salah si candida per una maglia da titolare così come Florenzi, l’abnegazione tattica di Iago Falque potrebbe rivelarsi una vera risorsa mentre calano notevolmente le chance per Gervinho, il giocatore preferito da Garcia si dovrà imbattere con la cultura del lavoro del tecnico toscano, un mister che non fa figli e figliastri. Totti, nonostante conosca a menadito il tecnico toscano, resta comunque in secondo piano per via dell’età e degli acciacchi fisici. Sadiq avrà ancora tempo per crescere e diventare un buon calciatore.