Yanga Mbiwa, follie da derby

mapouderossi

RASSEGNA STAMPA – IL TEMPO

Fino a pochi giorni fa, non sapeva neppure cosa volesse dire segnare in un derby, con i tifosi che s’innamorano all’improvviso e trasformano il fortunato in un eroe. Purtroppo, però, nella notte tra domenica e lunedì, Yanga-Mbiwa ha scoperto che se è vero che si è più amati è vero anche che si è più odiati dagli ultras avversari. E così, un ragazzo tranquillo come il francese è stato preso di mira da due sostenitori biancocelesti all’uscita da un noto locale del centro di Roma, il Gilda. Mapou era con un paio di amici, voleva godersi la serata libera dopo il gong del campionato e, invece, è stato aggredito, solo a parole grazie all’intervento della polizia, da due malintenzionati, che prima lo hanno insultato, poi si sono sfilati la cintura dei pantaloni con aria minacciosa. Yanga-Mbiwa e i suoi amici hanno cambiato direzione e accelerato il passo, volevano andare a casa evitando problemi, ma i due uomini hanno iniziato l’inseguimento. Il difensore ha capito subito che non si trattava di un tentativo di rapina e ha pensato a una sorta di vendetta per quel gol che ha spalancato le porte della Champions alla Roma, rendendo la vita difficile alla Lazio. Ma il calcio è un gioco, anche se quando deve intervenire la polizia diventa un’altra cosa. E così è stato l’altra notte: Mapou ha incontrato una volante nei pressi di Galleria Colonna e ha spiegato agli agenti la spiacevole situazione in cui era capitato, ma anche i due ultras si sono accorti della macchina e hanno fatto perdere le loro tracce.

La storia non avrà un seguito perché il giocatore francese non ha sporto denuncia ed è tornato a casa, nemmeno troppo spaventato, ma certo non felice per gli attimi di tensione passati. I dirigenti della Roma lo hanno contattato appena saputo l’accaduto e Sabatini ha pubblicamente espresso il suo dispiacere: «L’aggressione subita da Yanga-Mbiwa ci rattrista perché oltretutto stiamo parlando di un ragazzo educato e in gamba. Siamo molto rammaricati. L’ha presa con molto spirito, è sempre sereno e non ha voluto drammatizzare, non è sua abitudine farlo. Anzi, a noi ha detto che non è successo niente e che non ha avuto nemmeno troppa paura». Lui preferisce tenere i toni bassi ed archiviare l’episodio. Ci ha dormito su e poi ha fatto le valigie, perché ieri nel primo pomeriggio aveva l’aereo per Parigi, dove trascorrerà le vacanze estive. Sui social ha ricevuto l’affetto e il sostegno dei tifosi romanisti, ma in molti ci hanno tenuto a precisare che «si è trattato di delinquenti e razzisti, non di laziali: è sbagliato generalizzare». È stato anche lanciato un hashtag in suo onore: da ieri esiste #SiamoTuttiMapou. In linea con le tante facce colorante di nero apparse allo stadio domenica. Contro il razzismo, per l’eroe del derby.

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