Rudi Garcia, meno Champagne e un terzino in più: “La strada giusta”

Pjanicmister

RASSEGNA STAMPA – GAZZETTA DELLO SPORT

C’ è chi in 125 giorni fa il giro del mondo. L’Olimpico è sempre lì, punto fisso, prima luogo di coccole, poi incubo delle peggiori notti. Un giro del mondo dopo, sei pareggi e una sconfitta dopo, Rudi Garcia torna a vincere in casa. Dal 30 novembre al 4 aprile, un’altra Roma per le mani: quella aveva Maicon sulla fascia destra e scartava gol come regali contro l’Inter, questa è molto più prosaica, chiude gli occhi e si chiude in area con YangaMbiwa terzino e un De Sanctisin versione blindata. Non è tempo di utopie, di piedini e gambe molli, è per questo che l’allenatore dopo la vittoria se la rideva e sussurrava: «Abbiamo capito che possiamo colpire e prendere i tre punti in diversi modi, ecco perché è stato importante vincere».

GUAIO OLIMPICO Altro successo, dopo Cesena: era sempre da novembre — tra Atalanta e Inter — che la Roma non metteva in cassa sei punti in 180 minuti consecutivi. «In trasferta sappiamo di avere un ottimo rendimento, in questo momento per noi era più complicato giocare in casa — ancora Garcia —. Ma la risposta del campo è stata molto positiva. Questa è una vittoria che ci dà fiducia per il prossimo futuro e che vale 6 punti, perché ottenuta contro una rivale per la qualificazione alla Champions. Al secondo posto ci siamo ancora noi». E con un moderato ottimismo, pur dentro un clima che continua a non essere idilliaco intorno alla squadra. Nessuno ha dimenticato la contestazione del post Roma-Fiorentina, il processo sotto la curva Sud, gli accendini e le bandiere in testa ai calciatori. Non l’hanno dimenticata i tifosi, che a lungo — anche dopo il gol del vantaggio — hanno continuato a cantare «Tifiamo solo la maglia». Non l’hanno messa da parte neppure i protagonisti. Ma Garcia ha voluto alzare un ultimo muro a protezione dei suoi giocatori: «Se qualcuno aveva bisogno dell’ennesima prova di un gruppo unito, l’ha avuta — ha spiegato il francese —. In campo si è vista una squadra compatta: quando accade questo, siamo tosti da affrontare. E i singoli, come Iturbe, Pjanic e De Sanctis, sono tornati a fare la differenza. Ora sono convinto che i ragazzi non si addormenteranno. Anche perché se vogliamo qualificarci per la Champions, la strada è per forza questa».

PIEDI PER TERRA Non un percorso segnato sulle guide, per carità. Al momento è una semplice statale, di sicuro meno affascinante ma che intanto ha prodotto sei punti tra Cesena e Napoli. Due gol segnati — perché un attacco non si guarisce in una settimana —, zero subiti con un portiere salva tutto. Lo champagne resta in frigo, ma si può brindare anche con vini meno nobili. E l’analisi di Garcia ne è la prova: «In fondo la partita è andata come volevamo: partenza forte per poi sfruttare il contropiede, peccato solo non aver fatto il secondo gol. Così alla fine ci siamo buttati tutti indietro per salvare la vittoria». Del resto, quando in cucina non ti riesce più neppure un piatto, è meglio ripartire da una bistecca ai ferri. Per altro, ripassare (almeno) dopo Pasqua.

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