Vincent Candela ha parlato a CentroSuono Sport:
"Ho smesso perché c’è un tempo per tutto ed adesso, con quattro bimbi, ho “altre” passioni. Non mi pento, l’unica cosa di cui mi pento dal punto di vista calcistico è esser andato via dalla Roma. Ringrazierò sempre tutta la gente di Roma e la famiglia Sensi.
Il duello con Lizarazu in Nazionale?
Lui era un soldato, io un artista… però in difesa serviva più uno come lui perché di artisti ce n’eran già molti in quella squadra.
Menez?
Per lui è il primo anno, anche Mexes ebbe problemi la prima stagione, però è bravo. Si vedono le sue qualità, è un giocatore che a me piace.
Trezeguet alla Roma?
Non ha più 25 anni, bisogna considerare l’investimento, ma è un giocatore che apprezzo. Bisogna capire se ha ancora fame.
Mai detto di voler andar via.
Zeman era un allenatore molto duro ed il secondo anno abbiamo litigato e non ero più parte del progetto, ma non ho mai detto di voler andare via. A 23 anni non lo avrei mai fatto. Ero sul mercato, mi cercò l’Inter ed ero convinto di andar via. Poi, per fortuna, è arrivato Capello che ha detto “Candela non si muove”. Ho litigato anche con Capello perché anche lui aveva i suoi difetti. Non i primi due anni, ma dal terzo anno diventa difficile continuare a gestire un gruppo; i difetti tendono ad uscire di più. Il compagno a cui ho voluto più bene è stato Francesco Totti, ricordo le prime uscite col motorino, abbiamo scoperto Roma insieme.
Il giocatore che proprio non sopportavo?
Nedved, proprio antipatico".