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(BLOG AS ROMA – BOTTE DA ORBI NELL’INDIFFERENZA GENERALE – FORZA-ROMA.COM) – C’è differenza tra gioco maschio ed antisportività. Se, poi, la denuncia arriva da Claudio Ranieri, uno che vanta importanti esperienze nel calcio inglese, dove fisicità e virilità la fanno da padrona, la dimensione di ciò che è accaduto domenica sera a San Siro assume una portata considerevole. Qualcuno ritiene sia stata colpa di Rocchi; l’arbitro potrebbe avere indirizzato la partita a favore degli interisti. Del resto, il preconcetto secondo cui, a Milano, il direttore di gara debba sintonizzarsi sulle frequenze di “Radio Moratti”, continua a raccogliere energia vitale in quel fenomeno intrinseco che gli addetti ai lavori chiamano “sudditanza psicologica”. Qualche emerito giornalista, invece, si è cimentato nella costruzione di una giustificante tattica: l’Inter, troppo sbilanciata in avanti, avrebbe sofferto oltremodo le ripartente giallorosse, vedendosi costretta, sistematicamente, al fallo tattico. Molto più banalmente, ritengo che le peculiarità dei calciatori schierati da Mourinho abbiano determinato l’unico atteggiamento spendibile, di fronte all’imprevista ed imprevedibile soccombenza: la baruffa. Penso ai picchiatori Vieira e Muntari, quelli che la gamba non la tirano indietro nemmeno al cospetto di un infante; penso al provocatore Balotelli, uno che sembra nato con la missione di fracassare “i gioielli” a chiunque invada la sua sfera di competenza. Tutto sommato, considerando le inclinazioni degli interpreti, lo “Spaghetti Western” era nella natura delle cose. Quello che, invece, non tollero è il due contro uno a bocce ferme, Moratti – Mourinho Vs Ranieri, che tanto sa di arroganza e presunzione. Mi turba l’idea della predica, elevata da un pulpito di cartapesta; mi turba lo stridore delle dichiarazioni rese dal patron nerazzurro, rispetto al ricovero coevo del povero De Rossi. Ma più di ogni altra cosa, mi turba la solitudine del tecnico testaccino, miseramente abbandonato all’impari confronto. Ancora una volta, i nostri dirigenti sono venuti meno. Sarà che non conviene fare la guerra all’amico Massimo; sarà che non conviene esporsi più di tanto in questo momento. Fatto sta che lo scarno comunicato con cui è stata ufficializzata la riuscita dell’intervento allo zigomo martoriato del nostro futuro Capitano, avrebbe dovuto preludere una presa di posizione seria e netta, destinata a scalfire l’indifferenza colpevole dei vertici del calcio nostrano, alla vista di uno spettacolo semplicemente vergognoso. Era nelle nostre facoltà, ma, soprattutto, era un nostro dovere.