Ma non è stata una brutta Roma

Il risultato, ovviamente, è sempre come la luce del Sole: accecante, contro qualsiasi strumento. Sempre. Poi, però, un po’ le nuvole, un po’ il tramonto, poi la notte ed ecco che arriva il momento di riflettere un po’. Quanti, come me, nel letto si sono rigirati per ore? Eppure questa volta è stato diverso. La Roma ha perso, la Roma è uscita dalla Champions League ed è approdata in Europa League, la Roma ha preso 2 gol e non ne ha fatto neanche uno, in casa, e questo per noi è un tradimento, come lo è qualsiasi altra partita in cui la Roma non vince. Ieri, però, sotto la Curva: “vinceremo il Tricolor!“. Perché lo sappiamo tutti: lo sa Garcia, lo sanno i Giallorossi, lo sanno tutti i tifosi, che ieri sera non è finito niente, che la Roma è oggi ma è soprattutto domani e, questo, nonostante molti pubblicamente dicano il contrario, lo sappiamo tutti.

Ieri la Roma ha perso, 0-2, ma non è stata una brutta Roma. Non è stata una Roma arrendevole, non è stata una squadra molle, senza personalità, debole. No, tutt’altro. E dobbiamo essere bravi a non farci accecare dalla sconfitta, come invece abbiamo già fatto dopo il pareggio contro il Sassuolo. La Roma in due partita è andata al tiro per oltre 35 volte, prendendo pali, traverse, ottime risposte dei portieri avversari e anche errori marchiani sotto porta, errori che la notte sono come le luci lampeggianti degli Air Wick che uno dimentica di spegnere, ma anche peggio. La cosa più facile è lasciarsi andare a sconforto e disperazione. E’ così che si cresce, che si matura, che si diventa grandi squadre. E perché la Roma diventi una grande squadra, c’è bisogno che noi diventiamo una grande tifoseria. Siamo piccoli: siamo ancora una tifoseria fifona, debole, fragile. Ma ci sta, dobbiamo crescere, caricandoci sulle spalle la squadra, perché alla fine del viaggio saranno loro a farlo con noi.

Garcia ed i giocatori devono andare oltre il risultato: lo 0-2 è bugiardo e lo dimostrano le occasioni da gol, il numero di tiri in porta e tutto il resto dei dati statistici di quel match. A fare la differenza, però, è stata la qualità dei singoli: la Roma viene eliminata con il gol di Nasri, a cui tutti, immagino, abbiamo reagito schioccando le mani, l’una contro l’altra, pensando “e che je fai?“. Niente. Bomba, palo, dentro. La Roma non ha la stessa qualità del Manchester City e chi si è mai illuso di questo ha tradito sé stesso e, questa volta, non può incolpare la Roma. E chi lo dice che le due squadre non hanno le stesse qualità? Non io, non voi, ma il fatto che il City (soltanto) dal 2010 abbia speso 521 milioni di euro sul mercato. 521 milioni di euro. E fa ridere che una parte della tifoseria della Roma ignori questa realtà. Se una squadra di questo livello, che con le assenze di Aguero, Kompany e Yaya Touré si permette il lusso di far uscire Nasri e Navas per far spazio a Jovetic e Silva, gioca al 50% delle proprie possibilità, per l’avversaria di turno è una partita difficilissima. Che sia la Roma, la Juventus e, evidentemente, tutte le altre squadre di Premier League, visto che quelli che ieri sera hanno vinto 0-2 sono i Campioni d’Inghilterra. E metteteci pure che, ovviamente, ieri sera Nasri e Zabaleta hanno deciso di segnare il loro primo gol stagionale.

E sì, perché se qualcuno se lo fosse dimenticato, la Roma è stata eliminata dai Campioni d’Inghilterra e dai Campioni di Germania. Il calcio non è solo una questione di soldi, non solo, ma all’80% è qualità. E se il tuo avversario è molto più forte, serve una prestazione perfetta o quasi, senza sbagliare nulla, ed evidentemente non è quanto ha fatto la Roma ieri sera. Eppure, se il calcio fosse stato Boxe, la Roma avrebbe vinto. Per questo, e non è per “ariconsolasse cò l’aglietto“, dico che quella di ieri non è stata una brutta Roma. Anzi. Una squadra che ha dato tutto, a testa alta, giocandosela e andando vicina al gol più di una volta. Una squadra che mi rende orgoglioso.

E le lacrime di Ljajic, dopo un tiro sbagliato preceduto da finte e controfinte ad un signor giocatore come Zabaleta, sono tanto dolorose quanto un bel segno. La Roma c’è, è viva, perché le emozioni non le provano soltanto i defunti. E ieri è mancata “solo” la vittoria, che nel calcio che conta (i soldi) purtroppo è tutto. Non è tutto per me, che oggi mi sento più Romanista di ieri e che non vedo l’ora inizia la nostra Europa League, per sognare ancora, per sognare di vincerla, e non vedo l’ora che arrivi domenica, perché il Genoa non mi fa paura, anche se lo rispetto. E quell’azione di Adem rappresenta la serata della Roma, ma anche il momento in toto. A volte dare tutto non basta per vincere, lo abbiamo visto ieri sera, ma è da serate così che nascono gli amori, è grazie a serate così che si cresce e si matura. Per crescere, per diventare più forti, bisogna prima affrontare la realtà e guardarsi dentro, rendersi conto dei propri punti di forza e dei propri punti deboli. E già da oggi, testa alta e lavorare, faticare, migliorare (perché c’è da migliorare tanto ed analizzare la sconfitta è uno dei primi passi), allenarsi, perché la Roma è oggi, ma soprattutto domani.

Que serà, serà…

Photo Credits | Getty Images

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