I retroscena della vicenda Italpetroli-As Roma spa

(CESSIONE AS ROMA – I RETROSCENA DELLA SITUAZIONE ITALPETROLI – IL MONDO) – Vi riportiamo l’articolo del Il Mondo dove vengono messi alla luce particolari retroscena della situazione della Italpetroli, controllante della As Roma spa. La telenovela Italpetroli sta per arricchirsi di una nuova puntata. I pignoramenti richiesti da Unicredit, l’istituto più esposto con oltre il 70% dei 403 milioni di euro dovuti dalla holding della famiglia Sensi alle banche, puntano a due dei tre comparti della capogruppo, cioè i depositi petroliferi e l’immobiliare, mentre l’As Roma resta fuori. Ma il recupero forzato, un anno dopo l’accordo del 18 luglio 2008 non rispettato da Italpetroli, si scontrerà con una situazione patrimoniale deteriorata e con l’altro creditore bancario, il Montepaschi, che ha incominciato a chiedere garanzie.
Immobiliare Patetta, la subholding che riunisce terreni e fabbricati e che aveva sempre portato utili ai Sensi, ha chiuso il 2008 con un risultato negativo per 11,2 milioni di euro. Patetta deve questo passivo alle perdite di valore durevole dovute in massima parte (7 milioni di euro) alla controllata Fondiaria Lasa. Queste somme hanno avuto un impatto pesante sul conto economico e, di conseguenza, sul patrimonio netto, sceso da 12,8 milioni di euro a 1,6 milioni di euro. Sui conti del 2009, invece, andrà a gravare il debito con il Mef relativo al concordato fallimentare del gruppo Genghini. Nel 2002 il ministero aveva chiesto un rimborso di 9,6 milioni di euro.
Per adesso i Sensi hanno accettato di versare 7 milioni. La riorganizzazione ha portato in capo a Patetta una serie di partecipazioni che prima erano di pertinenza diretta di Italpetroli (Villino Pacelli, Frama, Campo dei Fiori, Santa Rosa, Riviera del Tirreno  e Veronese). Nei vari passaggi, ha subholding ha maturato un debito verso la controllante pari a 74,1 milioni di euro. L’operazione mirava a fare emergere valore da cespiti appostati a costo storico. L’obiettivo è stato raggiunto con la Compagnia Fondiaria Romana, che ha in portafoglio i terreni della Cittadella dello sport di Torrevecchia il cui valore di carico è salito da 3 a 49 milioni di euro, e con Infisser, cresciuta da 4,6 a 25,3 milioni di euro.
Queste due valutazioni, basate su perizie di terzi indipendenti, hanno portato una plusvalenza complessiva di 66,8 milioni di euro nei conti della società amministrata da Maria Cristina Sensi, la seconda delle tre figlie di Franco e Maria Sensi. Al termine della partita delle rivalutazioni dentro Patetta rimangono partecipazioni immobiliari per un valore di 137,8 milioni di euro. Il mercato in crisi, però, potrebbe stimarle molto meno. Su Torrevecchia, per esempio, sarebbero arrivate offerte pari a un terzo dei 100 milioni di euro attesi dai Sensi. Uno degli interessati sarebbe Francesco Gaetano Caltagirone, azionista del Mps.

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6 commenti su “I retroscena della vicenda Italpetroli-As Roma spa”

  1. di Riccardo Luna – direttore de IL ROMANISTA

    L’ultima volta che ho sentito al telefono Mario Corsi è stata sette mesi fa. Mi chiamò per dirmi: “Ti faccio chiudere il giornale”. Erano le 10 e mezzo di sera. Non aveva un tono arrabbiato, né minaccioso. Era tranquillissimo. Aveva saputo che il giorno dopo avremmo pubblicato una intervista a Roberto Renga in cui faceva anche una battuta – innocua – sul suo conto. «Se pubblichi quella roba, ti faccio chiudere il giornale», mi disse. «Non subito – aggiunse – sennò si capisce che è una rappresaglia, ma farò passare un po’ di tempo e poi inizierò a spararti addosso finché non chiuderete». Le parole sono testuali: di quella telefonata infatti esiste una registrazione a disposizione di chiunque vorrà ascoltarla, perché in questi casi non si sa mai. Ma comunque in cuor mio non diedi molto peso alla minaccia di Marione. Non foss’altro perché quando gli Irriducibili gli impedirono di andare in onda l’anno prima, l’unico giornale a fare una campagna per farlo tornare a parlare fu “Il Romanista”. Per noi la libertà di espressione è sacra per tutti, anche, anzi soprattutto quella di chi non la pensa come noi. Perciò l’intervista a Renga fu regolarmente pubblicata, e Mario continuò ad essere un interlocutore delle nostre pagine per avere la sua opinione sulla Roma. Passato qualche tempo, Mario iniziò a sparare sul Romanista. A fine maggio gli mandai un sms: «Perché lo fai?». «Perché tu stai con Retesport», mi scrisse. In verità all’epoca il programma de “Il Romanista” su Retesport, “Tutta la vita”, era finito da un pezzo. Ma tant’è. Anche quel sms è conservato. Se qualcuno volesse vederlo basta passare in redazione.
    Quando la stagione radiofonica è ripartita dopo la pausa estiva, il 5 settembre la minaccia di Mario, «vi faccio chiudere», è passata alla fase due: ogni giorno un attacco, sempre prestuoso, sempre infondato, spesso violento e sempre negando il diritto di replica. Faccio qualche esempio. Andrea Di Caro, che in due anni di Romanista ha firmato decine di inchieste su Calciopoli con un coraggio raro altrove, il giorno in cui ci ha lasciato è stato accusato di essere prezzolato da Moggi. Prezzolato da Moggi è una accusa grave: soprattutto se fasulla. Ma lui l’ha fatta. “Il Romanista” poi, tutti i giorni è stato accusato di tramare per cercare di togliere la Roma ai Sensi e favorire una fantomatica cordata del nostro padrone, Claudio Toti. Su questo è bene fare chiarezza per l’ultima volta. “Il Romanista” sostiene dalla nascita gli sforzi della famiglia Sensi per rilanciare la Roma. Ha ritenuto e ritiene ancora oggi che nessuna cordata possa sostituirsi ad una famiglia che tanto ha fatto per la Roma. Ha ritenuto e ritiene ancora oggi che l’unica alternativa possibile, che garantisca sviluppo e successi, sia l’azionariato popolare sul modello di Barcellona Bayern Monaco. Su questo ha presentato pubblicamente un progetto a Roma lo scorso 21 aprile, non prima di averne parlato con la famiglia Sensi, l’unica titolata a far partire e a guidare una trasformazione del genere. Ma Rosella Sensi ci ha detto di non credere alla percorribilità di questa strada: così il progetto, straordinario nella sua carica innovativa, è stato rispettosamente rimesso in un cassetto. Di Rosella Sensi in questi due anni è stata seguita l’evoluzione punteggiandone i recenti successi con ampie interviste di lodi sul suo conto. Ma il diritto di incalzare la società su questioni che stanno a cuore ai tifosi, dal mercato ai prezzi del biglietti, dai diritti dei tifosi disabili alle lacune della comunicazione e del marketing, quello ce lo teniamo ben stretto.
    Una cosa va detta infine, una volta per tutte, sui padroni del giornale: questo giornale, dal 30 dicembre 2005, è di proprietà di una cooperativa di giornalisti e non ha alcun rapporto diretto o indiretto con imprenditori associati al futuro della Roma. Questo giornale è dei giornalisti che ci lavorano e delle persone che la mattina lo chiedono in edicola. Un dato anche su questo: da diciassette mesi le vendite del giornale sono in crescita. Ogni mese. Settembre sarà il nostro record assoluto. Appena avremo il dato finale ve lo comunicherò. Questo nonostante gli attacchi che Mario ci ha fatto in queste quattro settimane. Quegli attacchi comunque ci hanno ferito da vari punti di vista. La cosa peggiore è stata la negazione del diritto di replica. Mai Mario Corsi mi ha chiesto di intervenire nel suo programma da quando è ripartito. Ci sono i tabulati telefonici a dimostrarlo. Come gli stessi tabulati potrebbero dimostrare, che l’ultima volta che ho provato ad intervenire nel programma di Mario non è stato un anno fa, è stato l’altro ieri. Ho chiamato la sua redazione mentre inveiva contro di noi. Il tempo di attaccare e gli ho sentito dire: «Luna non vuol rispondere». Questo è Mario.
    Un’ultima cosa: non abbiamo inviato lettere di diffida, nè messo in mezzo avvocati, né chiesto le registrazioni delle puntate. Se Mario può dimostrare il contrario lo faccia. Io faccio solo notare che mentre venivamo sottoposti a questo bombardamento di calunnie, Mario è stato regolarmente intervistato dal Romanista, il suo programma tv è stato presentato con lo spazio che meritava, io sono intervenuto negli altri programmi della radio che lo ospita e mai, ripeto, mai, una sola critica è stata mossa al suo discutibile modo di fare radio. Per paura? No, ma perché Il Romanista è nato per unire e non per dividere i tifosi romanisti. Per questo motivo un articolo così avrei volentieri fatto a meno di scriverlo. Per questo motivo era assolutamente necessario che sapeste la verità.

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  2. ascolto qualche volta alla radio Mario Corsi e anche io non ho ricevuto una bella impressione su come porta avanti le conversazioni con i suoi ascoltatori,proprio l’altro giorno piu di un ascoltatore esprimeva scetticismo sulla faccenda dello stadio inoltre dicendo come i giocatori della Roma non abbiano piu stimoli per mancanza di un progetto societario.La sua strategia in questi casi e’ insultare chi ha chiamato,alzare la voce e ripetere ASCOLTA ASCOLTA SENTI UN ATTIMO SENTI UN ATTIMO fino a coprire le parole dell’interlocutore e impedirgli di andare avanti,non solo,manipola le parole degli ascoltatori,ne estremizza i contenuti e nel momento in cui l’ascoltatore vuole precisare di non aver detto le cose di cui e’ accusato viene smentito e zittito,la telefonata cade definitivamente.Non credo che questo soggetto sia credibile quando parla delle cose della Roma,da tanto la sensazione di portare acqua al suo mulino con tutti i mezzi a sua disposizione,i romanisti che credono alle sue fandonie non sanno ragionare con la propria testa

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  3. SE fossi io,cittadino normale,ad avere quei debiti mi avrebbero già tolto tutto!!!!!!!! comè che loro sono ancora indenni?!?!?! via i sensi in esilio….annatevene!!!!!!!!!!!

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  4. MA SCUSATE SE HA UN PATRIMONIO DI 1 MILIARDO DE EURO PERCHE’ NON PAGA NA VOLTA PE TUTTE E LA FA FINITA,STA TIRCHIA NON VOLE PERDE NEANCHE 300 MILIONI DAL PATRIMONIO MA A RIMETTERCI E’ SOLO LA ROMA

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  5. Je PIGNORASSERO TUTTO!!!
    PURE LE MUTANDE!!!!
    DEVONO PAGARE!!!!
    BASTA A FARE BUFFI E TRISTE FIGURE!!!!
    FUORI DA ROMA!!!!!
    BUFFONI!!!!

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