(CESSIONE AS ROMA – INCONTRO A SORPRESA ANGELINI-ALEMANNO – GAZZETTA DELLO SPORT) – Un incontro non previsto tra il sindaco di Roma e chi in vece la Roma la vuole acquistare. Non è un grande tifoso Gianni Alemanno, per sua stessa ammissione, eppure si sta adoperando per garantire alla Roma un futuro migliore. L’impegno è duplice: metterla nelle condizioni di avere uno stadio tutto suo e, per quanto gli è possibile, spendersi perché abbia presto una proprietà più solida di quella attuale. In questo quadro, potrebbe aver già siglato un patto con la Sensi: la aiuta con lo stadio, a patto che lei al momento giusto si faccia da parte. Bisognerà vedere, però, quando arriverà il momento, e se sarà giusto per tutti, prima di stabilire se la strategia del sindaco è vincente.
Il piano – Per questo ieri pomeriggio, solo poche ore dopo che la Roma aveva fissato alle 11 del 29 settembre la conferenza di lancio dell’operazione-stadio (cui il sindaco ovviamente parteciperà), Alemanno ha ricevuto Francesco Angelini, che della Roma al momento è l’unico realmente interessato a rilevare il pacchetto azionario. Un incontro chiesto dall’imprenditore farmaceutico, ancora «vergine» di sponsor istituzionali, fondamentali se vuole portare a termine l’operazione che ha in mente. Angelini ha illustrato al sindaco il suo «piano di salvataggio», preparato in questi mesi e già sottoposto all’attenzione di UniCredit, riscuotendo il suo interesse. È ancora presto per dire se Alemanno diventerà un suo sponsor, certo il primo cittadino non vuole restare indifferente di fronte ad una proposta seria e strutturata che garantisca alla Roma più competitività.
Il sogno – La mossa di Angelini, intanto, ha rubato la scena allo stadio della Sensi, proprio nel giorno in cui è stato pomposamente annunciato. Di questo impianto si conosce ora qualche dettaglio in più: dovrebbe sorgere in un’area di 130 ettari alla Massimina (tra Aurelia e Boccea) di proprietà di Sergio Scarpellini e dovrebbe contenere, almeno da progetto, un centro commerciale, una struttura ricettivo-alberghiera e circa 3.000 unità abitative. 300 milioni il costo minimo dell’operazione, non meno di tre anni la durata. La Sensi non ha previsto di partecipare all’investimento: conta di trovare i finanziamenti necessari tra i costruttori, interessati alle speculazioni commerciali ed edilizie, e spera di ottenere dei ricavi dalla vendita ventennale di box e palchetti. Nelle sue intenzioni, e secondo il business model che le ha fornito l’Img, la vendita (dei palchi dell’Olimpico?) dovrebbe scattare immediatamente, e quindi l’incasso, che poi verrebbe girato a UniCredit a parziale copertura del debito Italpetroli. Giusto due riflessioni: la banca, che proprio ieri ha ribadito di aver ottenuto il decreto ingiuntivo sui beni Italpetroli e voler proseguire con il pignoramento, di questa storia non sa nulla e del resto lo stadio non è nemmeno all’ordine del giorno del prossimo Cda giallorosso, previsto lunedì. E poi, cosa ne pensa il Coni, proprietario dell’Olimpico dove la Roma giocherà per almeno altri tre anni, del piano Img?