Ranieri, Spalletti e i tecnici aziendalisti

(NEWS AS ROMA, ALLENATORI AZIENDALISTI, FORZA-ROMA.COM) – La Roma necessita di allenatori aziendalisti. Sia Spalletti che Ranieri dichiarano di esserlo, seppure per ragioni differenti. Spalletti si definisce aziendalista in quanto nella sua carriera non ha mai fatto e mai farà pressioni sulla proprietà per ottenere un giocatore piuttosto che un altro. Ranieri è aziendalista poiché sposa il progetto societario e da quel momento se ne assume la totale responsabilità. Ma l’aziendalismo ha mille sfaccettature. Succede, allora, che il Milan e la Juve ingaggino rispettivamente Leonardo e Ferrara, allenatori giovanissimi, alla prima esperienza su di una panchina, ma figli della filosofia, del credo e della storia del club. Per fortuna c’è ancora chi rema controcorrente. Circa due mesi fa, Claudio Gentile, ex tecnico dell’Under 21 azzurra, interpellato dal giornale Tuttosport, rilasciava la seguente dichiarazione: “Non penso di essere inferiore a tanti miei colleghi che sono in circolazione oggi, ma ho personalità, non mi piego alle leggi del sistema, mentre ora vanno di moda gli allenatori aziendalisti, non è il mio caso… Io vorrei lavorare ad un progetto importante, potendo dimostrare quello che valgo, battendomi per qualcosa d’importante…”. C’è da pensare che per essere aziendalisti occorra essere oltremodo umili e non eccessivamente ambiziosi; volare basso, insomma, ma non è detto che questa sia una qualità. D’altra parte, lo spirito aziendalista non sempre paga. Spalletti è stato costretto a dimettersi appena ha smesso di esserlo. Sono bastate un paio di critiche alle strategie societarie in tema di mercato ed il giocattolo si è rotto. Ranieri in nome del suo aziendalismo, lo scorso anno, è stato esonerato a due giornate dal termine del campionato, causa un finale di stagione non in linea con le aspettative del club di appartenenza. Intanto l’azienda Roma fa i conti con il pressing di Unicredit, che potrebbe spianare la strada ad un cambio di guardia al vertice. Cosa accadrebbe all’aziendalista Ranieri nel caso in cui la società dovesse passare nelle mani di personaggi con idee, disponibilità economiche ed aspirazioni differenti? Nel dubbio, non sarebbe stato più opportuno sottoscrivere con il nuovo tecnico un contratto di durata annuale? Chi vivrà vedrà…

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3 commenti su “Ranieri, Spalletti e i tecnici aziendalisti”

  1. [quote comment=”99442″]RANIERI RAGIONA BENE PERO’ ANCHE LUI NON PUO’ CONTINUARE ANCHE IL PROSSIMO ANNO SENZA RINFORZI,L’HA DETTO CHIARAMENTE:NON E’ IL MODULO CHE TI FA VINCERE MA I GIOCATORI.E QUESTO E’ UNA COSA VERA CHE GLI FA ONORE. E CHE SICURAMENTE LO SPINGERA’ A CHIEDERE A CHI VERRA’ DOPO L’INCAPACE GIOCATORI ALL’ALTEZZA.SPERIAMO BENE. :12:[/quote]
    Poulsen, thiago e melberg e no a Diego….

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  2. RANIERI RAGIONA BENE PERO’ ANCHE LUI NON PUO’ CONTINUARE ANCHE IL PROSSIMO ANNO SENZA RINFORZI,L’HA DETTO CHIARAMENTE:NON E’ IL MODULO CHE TI FA VINCERE MA I GIOCATORI.E QUESTO E’ UNA COSA VERA CHE GLI FA ONORE. E CHE SICURAMENTE LO SPINGERA’ A CHIEDERE A CHI VERRA’ DOPO L’INCAPACE GIOCATORI ALL’ALTEZZA.SPERIAMO BENE. :12:

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  3. IL COMPITO DI UN ALLENATORE ONESTO E’ QUELLO DI PORTARE AL CLUB GIOCATORI FORTI NON MEZZE SEGHE.ESSERE D’ACCORDO CON LA SOCIETA’ QUANDO NON HA SOLDI,NON HA PROGETTI,NON HA TECNICI ALL’ALTEZZA IN GRADO DI TROVARE GIOCATORI FORTI,ALLORA SIGNIFICA SOLAMENTE CHE SEI UNO CHE GLI INTERESSANO SOLO I SOLDI.SPALLETTI SE N’E’ ANDATO PERCHE’ NON GLI INTERESSANO SOLO I SOLDI MA AVREBBE VOLUTO FARE UNA SQUADRA FORTE.L’INDEGNA DIRIGENZA GLIELO HA IMPEDITO.SPERIAMO CHE SIANO I LORO ULTIMI GIORNI :12:

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