(EDITORIALE FORZA-ROMA.COM – GIOVENTU SANGUE ORO) – Vedere segnare Alessio Cerci sotto la sud è sempre uno spiccato segno di romanità che storicamente ha contraddistinto chi ha avuto l’onore di poter indossare la maglia della propria città. La Roma di queste cose, negli anni, ne ha avuto a bizzeffe, solo ad alcuni però è stata data la grande opportunità di poter dire: "Gioco nella Roma e da romano è una sensazione meravigliosamente bella". Perchè penserete voi, addirittura dedicate un editoriale a delle questione che ormai il calcio moderno ha quasi seppellito come il Kosice ieri sera, malmenato da una Roma troppo forte e cinica. La Roma rimane l’unica squadra in Italia, di un certo livello si fà presente, che riesce ad essere trascinata da un paio di bandiere, nate e cresciute dalle parti di Trigoria, Totti e De Rossi ne sono l’esempio lampante di una questione che nel nostro paese dovrebbe essere più sponsorizzato e non lasciato nell’anonimato. Si parla tanto di taglio di spese, si parla tanto di riduzione dei costi di gestione, si parla di tutto ma di giovani del settore giovanile no, perchè non fanno scoop, non fanno vendere i giornali, perchè alla playstation non sono molto bravi. Invece la nostra gioventù, sangue ed oro s’intende, sale alla ribalta, e fra questi vogliamo citare quell’Alessio cerci, sfortunato come tanti romanisti ma capace di ritagliarsi uno spazio nella pelata di Spalletti, che ha capito, almeno si spera, che la "mejo" gioventù è quella giallorossa, da sempre e per sempre.