Volge al termine questo 2013 è tra le note negative per l’As Roma vi è sicuramente la mancanza di uno sponsor commerciale sulle magliette giallorosse, con una conseguente perdita d’introiti per la società.
Fare quadrare i conti è sicuramente una delle priorità di qualsiasi squadra di calcio, e ovviamente qualsiasi forma di supporto monetario legale è benvenuta dai club. Detto questo vi sono curiosità, e perché no lati positivi, sulla maglia giallorossa 2013/2014 che in pochi hanno notato.
Specifichiamo: la maglietta di quest’anno è priva di qualsiasi tipo di logo o sponsor sia tecnico sia commerciale, fatta eccezione per il patch della Serie A e per la scritta della Fondazione “Roma Cares”, che però non appare nelle maglie in vendita online e nei negozi ufficiali. E’ da considerare che un evento del genere, ossia una maglia pura senza alcun tipo di sponsor, non accadeva dal 1976/77 quando nessun logo appariva sul tessuto, seppur la maglia fosse prodotta all’epoca dalla celebre Lacoste.
Il cambio iniziò nella stagione successiva, quando lo sponsor Adidas fu presente con le tre classiche strisce sulle maniche e il logo del brand tedesco nella parte inferiore di ciascun numero. Il primo sponsor commerciale fu Barilla dal 1981.
La “camiseta” di quest’anno rappresenta certamente un’eccezione non cercata, ma che a molti è piaciuta proprio perché non vi è alcun tipo di scritta gigante a deturparla, il che la rende unica nella storia, almeno del calcio moderno.
La maglia difatti è apprezzatissima non solo dai tifosi romanisti, ma anche da quelli stranieri. I commenti inglesi sulla rete vanno dal “che classe, senza inutili orpelli come 3 strisce o 4 puma appicciati su tutte le maniche” al “solo una squadra italiana poteva produrre una maglia con tanto stile, wonderful wonderful stuff”, arrivando al classico “muy bonita” di molti utenti sudamericani.
Non a caso la maglia giallorossa è stata votata come quarta in assoluto in questa stagione dal sito specializzato Bleacher Report che ha commentato “chi ha bisogno di uno sponsor tecnico quando si può disegnare qualcosa così bello da soli?”, aggiungendo che “la maglia è semplice ad attrattiva” ma “la cosa migliore del kit di questa stagione è il look senza sponsor che è stato scelto”.
Un bel passo in avanti rispetto alla maglia giallorossa del 2002, considerata dallo stesso sito tra le peggiori della storia non per il suo disegno, ma per il suo sponsor “Ina AssItalia”, che nella lingua della Regina Elisabetta suona abbastanza ridicolo. Humor inglese si sa.
Per definire la maglia di quest’anno, il sito spagnolo marcadegol.com si è limitato ad un semplice “da collezione”, mettendola tra le 10 più originali della stagione, proprio per la mancanza di qualsiasi logo commerciale.
Di fatto è chiaro che numerosi sono gli appassionati e specialisti che apprezzano molto le maglie senza sponsor, basti pensare a quanto clamore positivo abbia suscitato la maglia della nazionale francese di quest’anno, semplice, quasi una polo da rugby. La maglia transalpina è prodotta da Nike, così come le maglie Roma dell’anno prossimo, il che fa ben sperare. Curioso è il fatto che l’ultima nazionale a rifiutare qualsiasi sponsor sulla maglia fu quella italiana, che cedette solo nel 1999 dando spazio al logo Robe di Kappa sulle maglie azzurre.
Marco De Stefano
Photo Credits | AS Roma