La gara dei singoli. Maicon

Ieri non ha fatto niente di particolarmente straordinario, soprattutto per il fenomeno quale è e per il livello di prestazioni al quale ci ha abituati, ma la differenza fra lui e, quasi, qualsiasi altro terzino della Serie A è evidente anche all’occhio più disattento. Maicon è il primo attaccante della squadra, ma in difesa è sempre puntuale; il suo avversario di fascia non può muoversi più di tanto, non può uscire ed ha l’ansia di uscire troppo fuori dal proprio seminato. In qualsiasi gara, la squadra avversaria attacca dalla parte opposta: contro il Milan, per esempio, è stato evidente. Il gioco si svolgeva quasi sempre sulla fascia di Dodò, così come contro la Fiorentina, così come ieri contro il Catania. Ieri Peruzzi non ha avuto la possibilità di spingersi oltre e quando Maicon gli ha preso un po’ di spazio, la Roma ha creato occasioni pericolose. Il gol di Destro è figlio di uno sciagurato infortunio della coppia Rolin-Frison, ma Maicon era praticamente nell’area di rigore, con Peruzzi, terzino avversario, schiacciato.

Un leader dello spogliatoio, carisma in campo, capacità di vincere e conoscenza del pallone in ogni sua sfaccettatura: sa sempre come colpire il pallone, sa dove posizionarsi. sa quando è il momento di lanciarsi in progressioni e quando è il momento di servire l’avversario vicino. L’esperienza nel calcio fa la differenza, a volte. Sta rientrando in forma. Solo nella Roma, e solo perché c’è Maicon, un giocatore come Torosidis avrebbe potuto collezionare meno di 300′ in 17 gare.

Photo Credits | Getty Images

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