Editoriale. Il silenzio dei delusi

Farò una premessa molto poco delicata: il titolo vuole ricordare “Il silenzio degli innocenti”, in cui Lecter mangiava le persone, perché risulta evidente che da queste parti qualcuno si stia mangiando il fegato. Il silenzio dei delusi, assordante, quello che stiamo sentendo a Roma in questi giorni. Sono sparite le voci dei complotti sul caffè, sull’olio, sulle stecche, sulla lazialità presunta di qualche dirigente, le polemiche sul logo, le voci per cui la dirigenza voleva far fuori Totti, le voci per cui De Rossi voleva andare via, le voci per cui Pallotta era un prestanome, le voci per cui qualcuno all’interno della Roma voleva far fallire la stessa. Ora complimenti, elogi, gente che salta in corsa sul carro, ma la domanda è: quale carro?

Siamo all’inizio, sono bastate 4 vittorie per scardinare la posizione di persone che hanno disturbato tutto il disturbabile, senza vergogna alcuna. E’ bastato così poco…
Vi chiamano “coerenza” e “posizioni salde e ferme”.

E’ il silenzio dei delusi, anche per tutti i media che fingono di non vedere una Roma prima in classifica. Vedo, continuamente, approfondimenti sul Napoli di Rafa Benitez, ora chiamato in trasmissione, intervistato ogni secondo, coccolato, quando era stato massacrato ai tempi dell’Inter; vedo approfondimenti sulla Fiorentina dei “top player”, vedo approfondimenti sulla grande Inter di Walter Mazzarri, che se batte il Sassuolo è una corazzata, mentre se la Roma batte il Livorno ed il Verona (7 e 6 punti, nda), ha fatto punti facili. La Roma è prima, con 10 gol fatti ed 1 subito, con un Derby vinto ed un allenatore con un carisma tale che catalizzerebbe anche l’attenzione dell’Olimpo, esistesse.

E’ l’Italia sportiva dei tormentoni, delle frasi ad affetto che siamo costretti a leggere per settimane, mesi e risentire dopo anni con tono nostalgico, ma Rudi Garcia parla e nessuno gli dà importanza, anzi, gli dicono di stare attento perché il momento magico potrebbe finire. “La chiesa al centro del villaggio” è una frase che giornalisticamente parlando, e non solo, ha una potenza allucinante, eppure niente. “Mica sono pirla” lo abbiamo sentito per anni.

Non è invidia, anche perché capirai, è sincero stupore: sembra che la Roma non esista. Eppure mi sembra che ci sia molto di cui parlare. Dalla maglia stupenda, passando per la barba di Maicon e la fascia di Gervinho, per poi tornare alle cose davvero importanti come i 12 punti in 4 gare, subendo qualcosa come 5-6 tiri in porta.

Non sono d’accordo con chi dice “è meglio così“. No, non è meglio così. Semplicemente non è giusto. La pressione a Roma non nasce dai media, QUANDO LE COSE VANNO BENE, perché non fanno niente per esaltarti, quindi in quel senso non c’è nessun pericolo. La pressione a Roma nasce dai tifosi, che cominciano a crederci e ti portano su, su in alto, così in alto che poi vengono le vertigini ed un errore provoca un botto fortissimo. La stampa a Roma la noti quando le cose vanno male, altrimenti è come se non esistesse. Ad ognuno di noi piace quando viene riconosciuto il merito, il valore, l’impegno: tutte cose pacifiche, peraltro, che ne parlo proprio perché è strano che nessuno lo faccia. A me piacerebbe sentire parlare continuamente della Roma, nei giornali e nei telegiornali, con servizi sulla Roma e quant’altro. Mi piacerebbe e sarebbe giusto.

Non mi piace questo ignorarci, voluto e cercato peraltro evidentemente, perché rendiamoci conto che NON E’ NORMALE che non si parli della prima in classifica, visto che si parla e per ore intere della squadra che ha gli stessi punti. Rendiamoci conto di questo. Non possiamo fare niente, se non goderci questa bella Roma e tifarla ogni ora di più, ma almeno rendiamocene conto.

Solo questo.

Photo Credits | Getty Images

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