Aurelio Andreazzoli in conferenza stampa pre-Udinese

Assenze importanti a centrocampo, la rosa ganrantisce delle alternative. Ma può essere un’assenza che condiziona il modulo dei tre d’attacco?
Come affrontare l’Udinese l’abbiamo già deciso ma lo mettiamo a punto nel tempo che manca da qui alla gara. Abbiamo sempre detto che abbiamo un gruppo che potrebbe esprimere quando è al completo due squadre che possono giocare in serie A. Anche se ci sono delle assenze e io farei a meno degli infortuni e delle assenze, non vedo perchè non possiamo mettere in campo una buona potenzialità lo stesso“.

Osvaldo è in un momento di crisi, c’è stato un chiarimento, come lo vede?
Che ci sia stato un chiarimento l’ho visto scritto da tante parti anche in maniera disordinata, nel senso che le notizie si sono diffuse in maniera imprecisa. Allora le preciso una volta e poi metto un punto e non rispondo più ad alcuna domanda di questo tipo: come sempre succede in una squadra di calcio, o quasi sempre perché non è una regola fissa, il martedì quando ci si riunisce si parla della gara della domenica precedente e lo si fa in maniera critica analizzando sia le cose che sono andate bene sia quelle che non sono andate bene, sia sotto l’aspetto tattico e tecnico che sotto l’aspetto dei comportamenti qualora ce ne fosse bisogno. Non solo dei comportamenti della squadra, ma anche dei comportamenti che riguardano il gruppo di lavoro che gestisco me stesso, quindi si fa un riassunto di quello che è la gara precedente per migliorare ma non necessariamente per penalizzare o puntare il dito su qualcuno, a volte può essere che succeda anche questo. Però tutto quello che si fa è un’analisi critica della domenica volta a migliorare in futuro i comportamenti e le necessità che un gruppo ha, anche questa settimana è successo questo ma è una cosa normale, ripeto, perché era successo tutti i martedì da quando sono alla guida della squadra e succederà sempre. Dopo ci si mette sempre un po’ del nostro e si raccontano cose che non sono nemmeno vere, non c’è stato alcun chiarimento tra Muzzi e Osvaldo perché non c’era bisogno. Osvaldo si è allenato in modo differenziato questa settimana, ieri nel pomeriggio si è allenato alla presenza mia e del preparatore atletico perché la mattina aveva un impegno che non poteva prorogare. Quindi la settimana si è svolta normalmente senza alcun sussulto particolare e senza la necessità di imputare o prendere provvedimenti di qualche tipo“.

Fisicamente sta bene?
Sì, sta benissimo, si è allenato benissimo come tutti gli altri

Dopo tre vittorie di fila cosa è cambiato nella consapevolezza dei giocatori? Che difficoltà c’è domani?
Che sia cambiato io credo di sì, anzi, decisamente sì, perché si vede da come si allenano i ragazzi, c’è molto entusiasmo che le vittorie portano necessariamente, c’è entusiasmo fuori, io ho fatto una serata bellissima con i nostri tifosi, mi sono divertito molto. L’aria che si respira fuori si respira anche dentro lo spogliatoio. La vittoria è la panacea di tutte le situazioni e di tutte le malattie. La difficoltà di domani? Di questo mi fa piacere parlare. Andiamo ad affrontare una squadra difficilissima da affrontare sotto l’aspetto tattico, perché non ti dà punti di riferimento, sono molto rapidi, hanno un fenomeno secondo me, verso il quale fanno riferimento che è Totò Di Natale che sa fare tutto, lo dimostrano i numeri e le volte che riesce a mettere in condizione i compagni di essere decisivi loro stessi. E’ bravissimo a trovare il terzo uomo, a volte trova anche il quarto ed è molto bravo a fare il punto di riferimento in una squadra che, pur cambiando spesso i suoi interpreti, ha una sua fisionomia che è particolarissima. Quindi affrontare l’Udinese è un problema per noi ma credo per tutti perché hanno delle prerogative fastidiose“.

La posizione di Lamela che ora gioca più accentrato dietro la prima punta insieme a Totti: è quella la posizione in cui può esaltarsi rispetto a una posizione più esterna e defilata?
Erik può interpretare diversi ruoli perché ha grande partecipazione alla gara, quindi è sempre disponibile, ha grande corsa, ha ottima tecnica, vede la porta, quindi puoi sbizzarrirti con lui; certo è che la sua storia però dice che la zona di centrodestra del terreno di gioco è il posto dove si sente più a suo agio, poi più avanti o indietro dipende dalle vicende e dalle gare, e dai risultati che le gare danno, quindi poi le posizioni si interpretano in maniera più o meno positiva. Credo sia migliorato molto, ora riesce a interpretare situazioni che prima faticava a interpretare, altre ce l’ha come dote naturale. Credo che in futuro possa avere dei vantaggi“.

L’anno scorso forse per l’unica volta Luis Enrique, proprio contro l’Udinese, non ha fatto possesso palla ma ha fatto lanciare lungo De Rossi. Lei domani non ha il regista, che era stato sempre Pjanic ultimamente, pensa che l’Udinese sarà ancora una squadra da attaccare con i lanci lunghi? E poi lei ha parlato di Di Natale come un fenomeno: i migliori del calcio italiano sono Totti, Di Natale e Pirlo, non è pericoloso affidarsi a giocatori sopra i 35 anni?
Io credo che ultimamente il calcio italiano stia esprimendo valori importanti tra i più giovani e mi sembra anche che ci sia la tendenza a utilizzarli i calciatori giovani, il problema sta tutto lì, se non si ha il coraggio di sceglierli, di tenerli in un gruppo e più che altro di metterli in campo poi quando è il momento, perché si pensa sempre a un discorso di esperienza che diventa importante, è evidente che i ragazzi non hanno la possibilità, guardiamo Romagnoli domenica scorsa ad esempio: se gli dai la possibilità di dimostrarlo te lo dimostra ti dimostra, così è stato per Marcos, Lamela, ne abbiamo tanti noi di ragazzi giovani, ma così ha fatto il Milan ultimamente e sta ottenendo i risultati. Questo non toglie che se uno è bravo lo è anche al di là dei dati anagrafici. Riguardo la partita sotto l’aspetto tattico, l’ho detto prima, è una partita delicatissima, una di quelle da prendere con le molle, non sai come interpretarla, è difficile, non riesci a leggere una situazione così precisa che ti dice bè, questa è la linea della gara almeno teoricamente, perché poi dopo le gare sono in un modo sotto l’aspetto teorico e poi sono diverse in campo. Questa è particolare, perché non capisci come prenderla, sai quali sono le difficoltà e i pericoli e quindi presumi di poterli contrastare e di poterne prendere vantaggio, ma un conto è dire un conto è fare, di sicuro è una partita di quelle particolari“.

L’ultima volta all’Olimpico ci ha detto che ha già raggiunto tanti degli obiettivi che si era posto. Qual è il suo merito più grande nel cambio di rendimento della Roma?
Mi ripeto, l’ho già detto tante volte, credo personalmente di non aver fatto nulla di particolare se non esprimere chiaramente con l’assillo del tempo, il nemico principale, nell’esprimere quella che è la mia idea di calcio. Se vogliamo indicare qualcosa di preciso, anche lì credo di essere stato bravo, direi nel mettere a frutto e nel creare sinergie all’interno sia dello spogliatoio, che all’interno della società che anche all’esterno. Dentro Trigoria, l’abbiamo già detto tante volte, ma anche all’esterno. Alla serata alla quale ho partecipato in settimana mi sono reso conto che, e i risultati ti danno una mano in questo, c’è un ambiente e una voglia di partecipazione, di affetto e di dimostrazione di affetto, che secondo me esce fuori dal fatto che io abbia espresso delle richieste precise di aiuto e sinergie. Dentro Trigoria siamo riusciti a crearle e tutto funziona come io lo avevo nella testa“.

Lei ci ha detto che De Rossi avrebbe avuto bisogno di 3 settimane per riprendere la forma migliore e sono passate, potrebbe essere proprio lui a prendersi carico della regia senza Pjanic?
Certo, Daniele sa fare l’uno e l’altro, chiaro è che non è che uno possa fare in maniera spiccata l’uno e l’altro però lo può fare; esclusa la prima a Genova, fino ad ora abbiamo giocato con due mediani, quindi saranno due mediani che si aiutano in questo tipo di lavoro. E’ evidente che con Pjanic a parere mio la coppia funziona in maniera particolare perché hanno caratteristiche diverse, uno si mette a disposizione dell’altro. Ma Daniele sa fare quel lavoro, l’ha fatto in Nazionale e tante volte anche con noi negli anni passati, è solo un problema di condizione, parlavamo di 3 settimane per vederlo in una buona condizione, non in quella ottimale perché vorrebbe dire avere la bacchetta magica e questo non è possibile. Però sta già in una condizione accettabile, è migliorato molto“.

Da quando è arrivato a Roma questo è il momento più difficile per Osvaldo, come l’ha visto in settimana? Come si esce da questo momento?
In settimana, l’ho già detto, l’ho visto bene, molto bene, come tutta la squadra. Per un attaccante non segnare per un certo periodo di tempo diventa una cosa fastidiosa, lo è sempre stato, lo sarà sempre, è una cosa naturale; questo può innervosirlo ma per me non è un problema. Parlo per me, chiaramente per lui lo può essere. Io chiedo comportamenti ai miei calciatori e i comportamenti vanno al di là della prestazione squisitamente tecnica. Se ci sono i comportamenti, come ho già detto contro l’Atalanta io ero contento, se vengono a mancare i comportamenti allora sono un po’ meno contento e di questo devo prenderne nota. Questo è un discorso generale che non vale solo per Osvaldo, naturalmente vale per tutti. Naturalmente parlavo di comportamenti in campo, il mio discorso era completamente rivolto al campo

Che sfida è Andreazzoli-Guidolin? Di fronte a tanti giovani, siete quella generazione che forse deve dimostrare sempre qualcosa in più per avere anche la conferma…
Siamo su due piani diversi, lui è un allenatore ormai con la A maiuscola perché l’ha dimostrato nel tempo, io forse sono più antico di lui ma dal punto di vista della visibilità in serie A ovviamente devo ancora pulirmi il naso rispetto a lui; non credo ci sia da definire che tipo di confronto può essere tra me e lui. Credo che di sicuro sarà un confronto tra due persone che del calcio ne hanno visto tanto. Poi lui è un amante come me delle due ruote, anche se facciamo due sport diversi, perché lui va su strada e io in mezzo ai boschi, però ecco, questo ci accomuna e potrebbe essere una sfida in questo senso“.

Florenzi e Tachtsidis da quando c’è lei hanno giocato pochissimo. Come sta gestendo questi due giocatori? Cosa pensa di loro, perchè non giocano più?
Penso in senso positivo sotto ogni punto di vista, sia come comportamenti, sia per l’applicazione che per voglia di dare quando sono stati chiamati in causa, poco, giustamente poco, cioè, non giustamente, ma effettivamente hanno giocato un minutaggio ridotto, ma quando sono stati chiamati in causa hanno risposto sempre alla grande, meno Tachtsidis che ha giocato meno minuti ma Florenzi quando è stato chiamato veramente ha fatto la differenza, lui come i suoi compagni. La gestione è quella di un gruppo che lavora tutta la settimana per preparare la gara della domenica successiva al meglio; poi chiaramente arriva il momento delle scelte che devo fare io e le scelte non sono facili, o per lo meno, sono facili da fare nei confronti di quelli che devono giocare, ma diventa molto pesante dover escludere ragazzi che lavorano con me durante la settimana in maniera ammirevole, tutti sarebbero meritevoli. Ci sono anche altri che non sono mai scesi in campo, che sono ancora più penalizzati di loro. Certo è che chi era abituato in una certa maniera magari la soffre in modo particolare, ma non quanto quelli che non hanno mai giocato perché se andate a vedere c’è gente che non è mai entrata in campo e che ha sempre partecipato alla stessa maniera di chi ha fatto tutti i minuti in campo“.

La scorsa settimana ci ha detto molto direttamente ‘Osvaldo gioca’. E’ così anche questa settimana?
Questa settimana non ti rispondo, l’altra settimana ho fatto un’eccezione perché io di solito non dico mai chi gioca, la scorsa settimana ho fatto un’eccezione che oggi non faccio“.

L’Udinese ha un centrocampo molto muscolare e di corsa, questo fatto peserà sulle sue scelte per il centrocampo?
Sì.

Lei si aspettava questi risultati, tre vittorie, giocatori rinati e un ambiente più felice?
Io speravo di vincere anche a Genova, come avremmo meritato, non l’abbiamo fatto e questo mi dispiace un po’. Sui risultati, molto sinceramente, posso dire che avevo quasi la certezza, non dei risultati del campo, ma che questa partecipazione e tutto quello di positivo che abbiamo analizzato uscisse fuori sì. Certo non potevo esserlo nei risultati. Nella prima intervista che ho fatto ho detto che noi abbiamo una squadra forte e con una squadra forte è molto probabile che fai risultati soprattutto se hai la partecipazione che io vedo. Quindi non è stata una sorpresa; certo, in cuor mio speravo di vincere anche prima, si tende sempre al massimo, però ero convinto che questo potesse accadere. Il calcio si gioca con i calciatori bravi e noi ne abbiamo tanti, abbiamo una società fortissima che è piena di iniziative e ha solo bisogno anch’essa di tempo per dimostrarlo, io credo nelle mie capacità e nelle mie possibilità di vedere il calcio in una certa maniera e di realizzarlo, non vedo perché non avrebbe dovuto essere così; poi certo i risultati ti danno le certezze o te le tolgono, può darsi che il futuro, mi auguro di no, ci sorprenda ma di certo non ho dubbi sul lavoro che è stato fatto e che si farà“.

Ha trovato delle risposte alle grandi difficoltà che la squadra ha incontrato con il Genoa o si è trattato solo di un approccio sbagliato?
E’ una cosa che potete fare tutti quanti voi, se fate quello che ho fatto io un paio di volte, ossia rivedere la partita quella ripresa normalmente, poi noi abbiamo anche una ripresa dall’alto che fa vedere tutto il campo: io l’ho vista un paio di volte e avevo già avuto la sensazione domenica scorsa di aver fatto una buona gara, ma anche io ero entrato in ansia come tutto il pubblico e come anche i calciatori perché quella serie infinita di corner che abbiamo subito ci ha creato difficoltà che non sono del gioco, ma sono di una fase del gioco, sulle situazioni di palla ferma. Quando subisci 11 calci d’angolo in un tempo, una parte dei quali raccolta in un lasso di tempo strettissimo, vai in ansia per forza, anche io mi sentivo in ansia però vedevo che la squadra faceva quello che avevo in animo che facesse. L’ho rivisto e ho verificato che abbiamo fatto una buona gara, sotto l’aspetto tattico e di comportamento, di fatica, perché poi abbiamo anche dei dati numerici che ci certificano se questo è avvenuto o meno, e abbiamo fatto una buona gara anche sotto l’aspetto della corsa e dell’applicazione. Poi mettiamoci che sotto l’aspetto tattico abbiamo cambiato qualcosa e quindi la squadra ha reagito come doveva reagire, alla fine siamo stati premiati ma andando a cercare un premio, non è che ce l’hanno regalato. Non c’è stato quello che sembrava ci fosse stato come mancanza di applicazione o approccio sbagliato. La squadra ha fatto quello che io volevo facesse“.

Continuano a rincorrersi voci sui possibili allenatori, si parla di Allegri, Mancini etc. Non la infastidiscono queste continue ipotesi sulla panchina della Roma del prossimo anno? Non pensa di essersi meritato il rinnovo per l’anno prossimo visti i risultati raggiunti finora?
Sincero? Sì, credo che il lavoro che abbiamo fatto sia un lavoro buono e se mi fosse chiesto un consiglio io consiglierei Andreazzoli anche per il prossimo anno. Voi ridete ma io sto parlando seriamente, poi tutto si estrinseca in quello che uno fa, o in quello che uno riesce a fare, io credo molto in me stesso quindi sono probabilmente avvantaggiato nel dare un giudizio di questo tipo, ma questa mia sicurezza nel poter svolgere un lavoro a lungo termine – che sarebbe anche agevolato in questo caso perchè un conto è entrare e non aver tempo, un conto è avere tempo – ciò non toglie a questo mio pensiero il fatto che sono un dipendente della società chiamato a svolgere un compito due anni fa per 5 anni e io in questo lasso di tempo svolgerò il compito che la società mi chiederà di svolgere, con molta tranquillità e serenità e con la condizione ideale per svolgere il proprio lavoro, nello star bene nell’ambito lavorativo e con le persone con cui si lavora, perchè non sono miei superiori ma sono tutti quanti amici. Se in un ambito lavorativo stai bene e condividi con la gente che lavora con te, è tutto più facile e il lavoro diventa meno pesante e diventa gioioso. Io non ho alcun tipo di preoccupazione, sono pronto a qualsiasi soluzione, assolutamente senza fastidi ma con gioia. Se il prossimo anno, alla fine di questa esperienza, io potrò essere a disposizione del tecnico che verrà scelto – e tu hai fatto due nomi che per me sono importanti e che caldeggerei se mi fosse chiesta un’opinione – mi metterò a disposizione come ho fatto con Luis Enrique, Zeman e Montella due anni fa, molto tranquillamente“.

Lei ha sempre menzionato il fattore tempo come qualcosa che avrebbe affrontato con tranquillità. Adesso teme che possa ritorcersi contro di lei?
No, la condizione ora è cambiata, un po’ di tempo è passato e io ho ho avuto la possibilità di lavorare sulla squadra, quindi ora non ho più l’alibi di non avere tempo nei confronti del lavoro fatto sulla squadra, perché è un mese che lavoro con loro e se io dopo un mese non fossi nella condizione di dire ‘ho messo del mio’ vorrebbe dire che non ho lavorato. Ora non è più come alla prima intervista, quando effettivamente avevo due giorni per preparare la partita di Genova. Ora il discorso è diverso, anche in chiave critica sono maggiormente criticabile in questo momento. Chiaramente, se inizi con due mesi di vantaggio senza gare, nel senso che fai la preparazione e dopo due mesi comincia il campionato, è un vantaggio ulteriore e fai le cose tutte con calma. Ma ora il tempo l’abbiamo avuto, quindi siete liberi di fare critiche quanto volete perché evidentemente sono critiche meritate“.

De Rossi può giocare bene anche senza Pjanic? Lei ha un po’ ridotto i giocatori di qualità nelle corsie esterne e ha messo più muscoli, senza Pjanic riporterà qualità sulla linea mediana?
Mi piacciono queste domande perchè si parla di calcio. Sì, è vero, l’appunto che hai fatto è vero ma abbiamo sempre detto che bisogna considerare in Serie A l’avversario e io lo considero molto, gli voglio dar valore. Poi voglio avere la mia fisionomia quanto più possibile, me per me l’avversario è l’avversario e lo voglio considerare tale. E prima di averlo battuto lo voglio combattere. Ecco perchè a volte ti puoi permettere di mettere più qualità, altre volte devi fare un passo indietro e almeno per certi ruoli fai qualcosa di diverso, questo non significa cambiare idea, è un cambio di idea momentaneo, si cambia idea per l’esigenza del momento. A me piacciono molto gli uomini che sanno giocare a calcio, è chiaro che devono avere anche altre prerogative, se ce l’hanno e sanno l’uno e l’altro siamo a cavallo, non ci sono problemi. A volte devi cercare di fare un mix e miscelare bene le situazioni. De Rossi lo vedo giocare da vicino da 8 anni, Pjanic è venuto qui l’anno scorso, lui giocava a calcio anche prima e giocherà anche senza Pjanic; poi ha giocato con Pizarro vicino e anche senza di lui, non credo sia un problema per lui, è un calciatore importante, non a livello italiano soltanto e se lo è significa che ha delle prerogative importanti“.

Castàn è tornato ad allenarsi, come sta? E’ pronto a partire dal primo minuto? Se gioca in base a quali criteri sceglierebbe il giocatore da escludere?
I criteri sono la logica, quindi eventualmente cerco di andare secondo logica, non chiedermi che logica userò. Castàn sta bene, ha fatto tutto il lavoro in settimana, sta particolarmente bene e ha un momento di euforia che hanno i giocatori quando rientrano, ma lui l’euforia ce l’ha sempre perché gli piace questo lavoro quindi non ci sono difficoltà nel suo utilizzo eventuale“.

Si troveranno di fronte Totti e Di Natale, che lei conosce bene perchè ha lavorato a Udine. Che sfida sarà tra loro due e che messaggio lanciano al calcio a quest’età?
Prima l’abbiamo analizzato in chiave critica, come dire se questi sono i numeri 1 è un problema per il calcio italiano. Io credo invece che ci sia anche un altro risvolto della medaglia: ossia che possano essere da esempio per i giovani, ci sono le qualità individuali però per arrivare a quell’età e riuscire a esprimersi come loro significa che c’è quello che per Francesco abbiamo sempre detto. Però conosco bene Di Natale e sono presenti anche in lui queste condizioni, che sono necessarie così come Zanetti nell’Inter. Se c’è un affinità? credo ce ne siano molte: intanto sono due fenomeni, del capitano non parlo, ma anche Di Natale è un fenomeno, sentono la porta tutti e due in maniera particolare, su affinità nel gioco non c’è nessuno meglio di loro per mandare in gol i compagni. Forse Totò a differenza di Francesco è bravissimo a muoversi senza palla e a invitare il passaggio dei compagni, Francesco invece preferisce mandare i compagni e avere la palla ai piedi“.

Che significa per lei avere un top player come Totti soprattutto dopo quello che fatto contro il Genoa?
Intanto grazie e ti prego di salutare tutti i tifosi del mondo arabo nella tua lingua. Sono 8 anni che sono tra giocatori top class come li hai definiti, non ho alcun tipo di problema, mi approccio con loro come con i miei figli“.

Balzaretti domenica sera è uscito con i fischi, come lo ha trovato in settimana?
Vado al di là delle prestazioni di gara che possono essere opinabili e più o meno di qualità, quando si parla di Balzaretti bisogna togliersi il cappello perché è un professionista esemplare che mette tutto se stesso, sia a livello di gruppo che da solo, non ho mai ivisto interpretare il suo lavoro in maniera superficiale. Poi ovviamente le prestazioni possono essere di alto livello, di medio livello o anche scarse. Ma per questi personaggi io chiederei un po’ più di rispetto, non rispetto: la critica deve essere costruttiva, rivolta al tipo di persona a cui è rivolta e questa è una persona verso la quale bisogna andare con i piedi di piombo prima di criticare. Non giudico i fischi e probabilmente saranno anche giusti per quel tipo di gara, ma siccome so che il pubblico romano vuol vedere quel tipo di valori allora voglio metterli in evidenza perché lì ce ne sono tanti“.

Photo Credits | Getty Images

Condividi l'articolo:

7 commenti su “Aurelio Andreazzoli in conferenza stampa pre-Udinese”

  1. …opinione personale: a me stanno tremendamente sulle palle, i tifosi che fischiano i propri giocatori. Così non li si aiuta, possono giocare male, ma x la miseria portano la maglia della tua squadra!

    Rispondi
  2. mamma mia.. questo è un montato di testa a livelli galattici..
    “Il lavoro che abbiamo fatto è un lavoro buono e se mi fosse chiesto un consiglio, suggerirei Andreazzoli per il prossimo anno.”
    Parla in terza persona e si autoconferma dopo 4 gare ! Senza parole

    Rispondi
    • @Tony: I montati son quelli che si fanno chiamare maestro!

      Quelli che non parlano.

      Quelli che non sanno gestire..

      Non di certo chi OVVIAMENTE si candida per una panchina importante dopo 3 vittorie in 4 partite.

      Grazie Andreazzoli!

      Rispondi
  3. Molto giusta la considerazione su Balzaretti.
    Fino ad oggi direi che, almeno per me, è stato molto deludente, ma merita rispetto e sostegno!

    TFA!!!

    Rispondi
    • @Viareggino: Concordo..

      Balzaretti sta offrendo un contributo a livello qualitativo scarso..

      ma e un professionista sempre serio, e suda ogni partita.

      Speriamo di rivedere anche il Balzaretti dell’europeo

      Rispondi

Lascia un commento