MILANO, 22 FEB – La vittoria sul Cagliari aiuta il Milan a consolidare il terzo posto, ma i fischi del popolo rossonero a Carlo Ancelotti, sommati alle ultime critiche dalla dirigenza, tengono vivi i sospetti che il tecnico sia vicino all’addio. «Magari sono un segnale di insofferenza nei miei confronti, forse qualcuno è stufo di vedere sempre la stessa faccia dopo sette anni, ma l’importante è che non si stanchi la società», allarga le braccia Ancelotti, commentando la contestazione del pubblico per aver tolto l’unico attaccante in campo, Inzaghi, per conservare l’1-0: «Chissà, forse avevano ragione loro visto che di attaccanti da mandare dentro ne avevo tanti…». In realtà, a causa di infortuni, di punte non ce n’erano sulla panchina che in un futuro prossimo, secondo molti, sarà affidata a Leonardo. Voci che il dirigente rossonero ha chiesto di mettere a tacere, perchè «Carlo è il tecnico del Milan fino al giugno 2010 e così siamo entrambi messi in difficoltà». Ancelotti apprezza la mossa del suo ex giocatore: «Ci legano stima e rispetto, abbiamo parlato di questo e le sue considerazioni sono importanti, ma – osserva – dubito che il refrain finisca». Una buona dose di fischi è toccata anche a Seedorf, autore di una prova opaca prima di segnare il gol decisivo. «Non tutti i tifosi mi hanno fischiato – premette l’olandese – ma sono troppi e devono imparare a star dietro alla squadra e non complicarci la vita perchè i fischi non ci danno stimoli». Ad ogni modo, il gol (viziato da un fallo di Inzaghi, come ammesso da Ancelotti) è arrivato, risolvendo una partita molto complessa per un Milan senza brasiliani e con il solo Superpippo davanti. «I ragazzi meritano un elogio perchè si sono adattati all’emergenza all’ultimo momento», sottolinea Ancelotti che perde Bonera per un risentimento e spera di recuperare in tempo per la sfida Uefa di giovedì con il Werder Brema Pato, Kakà, Ronaldinho e Schevcenko. In compenso, a breve Beckham potrebbe diventare rossonero a tutti gli effetti. «Oggi sono più lontano da Los Angeles rispetto a dieci giorni fa – ammette l’inglese – ma non ci sono novità: le trattative vanno avanti e spero di restare perchè qui mi diverto e amo il calcio». Nonostante la sconfitta del suo Cagliari, Massimiliano Allegri si gode la nobile posizione in classifica. «Domenica ci attende una sfida delicata contro il Torino ma dobbiamo conservare il settimo posto con i denti perchè dietro ci sono squadre ben più blasonate», spiega il tecnico dei sardi, che ha visto la sua squadra «giocare un’ottima partita per 65 minuti ma poi innervosirsi e bloccarsi dopo essere andata in svantaggio».