Milan: Ancelotti respira aria di addio

L’avventura di Carlo Ancelotti sarà l’ultima al Milan, le parole di Berlusconi trovano conferme in quelle di Galliani. Ancelotti messo un pò sulla graticola dai dirigenti del Milan, Berlusconi e Galliani che non sono più soddisfatti dei risultati del loro Milan allenato da Carletto Ancelotti. Sembra ormai destinata a finire l’avventura di Ancelotti al Milan e Berlusconi e Galliani lo sanno o meglio hanno già deciso. Gli attacchi frontali di Berlusconi («Ho sentito con raccapriccio che ci siamo fatti raggiungere ancora una volta nel finale») e le indiscrezioni che indicano in Leonardo il prossimo allenatore del Milan. Il tutto dopo la sconfitta nel derby e subito dopo il pareggio di Brema col Werder in Coppa Uefa. Ancelotti trema, e gli undici punti di ritardo dalla capolista Inter in campionato non gli danno certo una mano. Ma Carletto va dritto per la sua strada, incurante delle critiche pre-derby di Galliani e delle strumentali stoccate dei vertici dei Galaxy, che a più riprese hanno definito «ridicole» le offerte dei rossoneri per tenere Beckham. Sul piatto c’è un pò di tutto, troppo forse, tanto che il futuro di Ancelotti, non dovesse arrivare almeno la Coppa Uefa, sembra essere sempre più lontano da Milano. Lo sostengono in molti, e forse sarà così. Ma l’attuale allenatore rossonero, che nel trentennale della scomparsa di Nereo Rocco, che tra l’altro coincide con il 23esimo anno dell’era Berlusconi (acquistò il club il 20 febbraio del 1986), non si scompone. Alle critiche ci è abituato, ha le spalle larghe e oggi si è dedicato alla squadra senza tradire preoccupazione. Un sopracciglio su e uno giù, a scrutare l’orizzonte ma anche i movimenti di Kakà, che ha già saltato il derby e il match col Werder per un trauma distorsivo al piede sinistro. Difficilmente il brasiliano recupererà per la gara di domenica col Cagliari, più probabile che torni a disposizione per il ritorno di Coppa Uefa in programma giovedì. Oggi, infatti, Kakà si è limitato a un quarto d’ora di allenamento leggero (conduzione di palla e slalom fra le sagome e i paletti), prima di andare in palestra per una seduta specifica. Migliore la situazione di Pato. L’attaccante si è dedicato a un lavoro personalizzato incentrato su esercizi di rapidità, velocità e cambi di direzione. Doppio lavoro, invece, per Shevchenko: allunghi e scatti in mattina, un pò di palestra nel pomeriggio. Tutti gli altri hanno disputato due partitelle. La prima nove contro nove di semplice possesso palla; la seconda dieci contro dieci su metà campo. Domani nel primo pomeriggio la conferenza di Ancelotti, che oggi ha ricordato Nereo Rocco (l’unico con più panchine di lui al Milan), scomparso il 20 febbraio di 30 anni fa: «Ne ho sentito parlare tanto- ha detto l’allenatore rossonero, che potrebbe lasciarselo alle spalle nella classifica delle panchine al Milan se arrivasse a scadenza di contratto nel 2010- ma non ho mai avuto la fortuna di conoscerlo personalmente. Il ritratto che mi sono fatto di lui, è quello di una grande figura, di un grande personaggio importante sia per il Milan che per il calcio italiano. Essere accostato a Nereo Rocco è un motivo di grande soddisfazione. Credo che tutti i milanisti debbano ritagliarsi un pezzo della loro giornata in cui ricordare il Paron. È stata una figura paterna per i giocatori che allenava, ma anche molto rispettata al di fuori del Milan. Fra l’altro mi è arrivato un libro dedicato proprio a Rocco e lo leggerò con molta attenzione. Cercherò di carpire al signor Rocco qualche segreto sulla gestione dello spogliatoio…». Una ‘stoccatà nel mucchio, ma col solito sorriso. Con un soppracciglio su e uno giù.

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