Roberto Benigni è a Roma, sta provando, non è ancora partito per il festival di Sanremo e c’è anche chi teme un’amara rinuncia dopo le polemiche diventate oggi molto pesanti. Fa discutere a livello politico ma anche dentro la Rai l’accordo prima serata di Sanremo, valutata 350 mila euro, in cambio dei diritti home video delle sue apparizioni in Rai. E il Codacons va dritto al dunque chiedendo con un esposto urgente inviato oggi alle Procure della Repubblica di Sanremo e di Roma e alla Corte dei Conti, il sequestro dei contratti stipulati dalla Rai con Paolo Bonolis e con Roberto Benigni, relativamente al Festival di Sanremo 2009 «al fine di verificare se possano essere configurabili o meno sprechi di risorse pubbliche a danno della collettività». Una lettera datata venerdì 13 febbraio e arrivata oggi sul tavolo dei direttori di Pianificazione e Controllo, Sviluppo Commerciale (dove fino a 10 giorni fa era direttore Agostino Saccà, oggi in pensione) e Affari Legali e per conoscenza al direttore generale Claudio Cappon, inviata dall’amministratore delegato di Rai Trade Luca Nardello, mette in guardia la Rai sul danno che si starebbe realizzando dando vita all’accordo-baratto che priverebbe per sempre la Rai del Benigni homevideo. Nardello fa due conti: seguendo un listino con condizioni trasparenti per evitare discriminazioni di mercato, si prevedono per lo sfruttamento dei diritti materiali Home video nel mondo un corrispettivo base di Euro 2.200 al minuto (e negoziando condizioni ad hoc per minutaggi consistenti). Secondo queste cifre, se a Benigni sono stati ceduti 500 minuti, il valore di mercato al quale potrebbe acquistarlo un editore che volesse realizzare un dvd, sarebbe di un milione e 100.000 euro, se i minuti arrivassero addirittura a 1000 il valore arriverebbe a 2.200.000 euro. L’accordo con Benigni, secondo la cifra circolata in queste settimane, sarebbe di tutt’altro importo: 350 mila euro.