La difesa traballa ma la colpa è di tutta la squadra

La Roma non riesce a confermarsi in casa nemmeno contro l’Udinese. Nemmeno, perchè un Udinese rimaneggiata non dovrebbe spaventare una formazione che ambisce almeno ad andare in Europa League. Tutti si aspettavano dai giallorossi un salto di qualità che, in realtà, si è dimostrato un salto nel vuoto. Molti spettatori volevano assistere ad una grande partita in seguito alla rimonta con il Genoa ed invece, dopo 25 minuti di spettacolo giallorosso, la Roma è tornata spettatrice attendendo per 60 minuti la sconfitta che, inesorabilmente, è avvenuta calando il sipario sulla gara.

Con quella di oggi sono ben tre le rimonte subite sul terreno amico dello Stadio Olimpico; senza dubbio, un percorso così discontinuo, difficilmente porterà i giallorossi nei primi 4/5 posti della classifica. La Roma si è comportata bene in avanti e male in difesa, ma dare la colpa esclusivamente un reparto è solo una scusa per chi non vuole vedere la realtà: la Roma non è ancora una squadra.

Se per 25 minuti la formazione sembrava perfetta, alle prime difficoltà in seguito al gol di Domizzi è cambiato tutto: l’Udinese ha alzato il pressing, la Roma si è ritirata indietro provando a congelare il gioco con passaggi di Luis Enriquiana memoria. Ed il patatrac si è materializzato sotto forma del rigore a cucchiaio trasformato da Di Natale, seppur dubbio. Il problema principale è rimasto nel centrocampo, incapace di coprire davanti alla difesa e di creare azioni da gioco, tutte venute dal piede di Totti, marcato nel secondo tempo a uomo ed uscito di scena.

De Rossi, Tachtsidis e Pjanic sono apparsi spaesati e scollegati, nessuno aiutava l’altro, nessun filtro a centrocampo e zero giocate utili. Florenzi è diventato un uomo imprescindibile. Gli altri, vuoi per le posizioni errate (De Rossi), vuoi per inesperienza (Tachtsidis), vuoi perchè non hanno ancora appreso il gioco di Zeman (Pjanic) non sono adatti a questa formazione. Prima si troveranno delle soluzioni, prima eviteremo di assistere a sconfitte così dolorose. Ancora una volta.

Photo Credits | Getty Images

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