Rossi via a giugno, adesso no

ROMA – Lo ha spiegato anche ieri: «Non ripetiamo questa storia su Rossi. Penso di aver chiarito in modo definitivo questo problema». Lotito non sembra aver dubbi sul futuro del tecnico riminese, che lui conferma sulla panchina della Lazio. In realtà il numero uno della società biancoceleste appare più che intenzionato ad un cambio in panchina. Ma non da subito. Il tutto avverrà a giugno, quando a Rossi scadrà il contratto. Gli ultimi risultati, i malumori dello spogliatoio e la rabbia dei tifosi hanno convinto anche lui che a Formello c’è bisogno di rinnovare.
Il toto-allenatore è già iniziato da tempo. Tanti i nomi fatti in queste settimane, sembra che Lotito la sua scelta l’abbia già fatta e sarebbe maturata negli ultimi tempi. Il predestinato sarebbe quel Leonardo Acori, già in passato avvicinato alla panchina della Lazio. Classe ’55, attualmente sta guidando il Livorno, che sta giocando un ottimo campionato in serie B ed attualmente occupa il secondo posto in classifica. Nella sua carriera di allenatore ha raggiunto ben cinque promozioni ed è famoso per il suo gioco spiccatamente offensivo e veloce.
Intanto Lotito prova a tenere alta la tensione, ma non fa drammi per il ruolino della Lazio, che viene da ben tre sconfitte consecutive: «Fa parte di quelle parentesi che nascono, crescono e spero finiscano in un tempo ristretto, come è accaduto per altre squadre. Abbiamo subito tre sconfitte nelle ultime tre partite, con il Cagliari abbiamo perso e forse avremmo potuto vincere perché abbiamo sprecato due rigori e cinque palle gol davanti al portiere. Altrettanto è capitato alla Juve. Sono situazioni che possono accadere e mi auguro che sia una parentesi».
Il presidente è tornato sull’ultima sconfitta interna, contro il Milan: «La squadra ha dimostrato vivacità in tutto il primo tempo purtroppo abbiamo avuto delle grandi opportunità che non abbiamo concretizzato e poi alla fine abbiamo subito l’esperienza di un club come il Milan che attraverso i propri campioni sa gestire meglio di noi la partita. La Lazio molto spesso fraseggia troppo e concretizza poco». Una critica, nemmeno troppo velata, alla squadra.

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