Tris del Milan, per la Lazio è notte fonda

Lazio spenta, con il morale sotto i tacchi. Milan alle stelle. Il 3-0 dell’Olimpico (a segno Pato, Ambrosini e Kakà) proietta i rossoneri un punto sopra la Juventus: secondo posto in classifica, a -6 dall’Inter. Con un tasso tecnico che non ha pari e tante partite ancora da giocare, salgono vertiginosamente le quotazioni della squadra di Ancelotti tra le pretendenti allo scudetto. Per la formazione di Delio Rossi è invece buio pesto. Un punto nelle ultime quattro uscite, 10 reti incassate e solo due all’attivo nelle ultime tre, classifica sempre più misera e contestazione in crescendo. Al terzo gol la curva Nord ha cominciato a svuotarsi e c’è da giurare che nei prossimi giorni i tifosi, già in agitazione, torneranno a chiedere conto di questi risultati. Lazio-Milan, di fatto, termina al 2′ della ripresa, quando, sulla punizione magistralmente battuta da Beckham, Ambrosini inzucca in tutta libertà, realizzando il 2-0. In quel momento per la Lazio si spegne l’ultimo bagliore di resistenza ed i rossoneri possono trascorrere il resto della serata dando fondo al loro repertorio di palleggiatori. Nell’albero di natale allestito da Ancelotti ancora una volta non c’è posto per Ronaldinho, che va in panchina. Ed è probabile che in cuor suo il brasiliano accompagnerebbe Beckham all’aeroporto anche domani, per vederlo tornare negli Usa. Perchè finchè il campione inglese gioca così, difficilmente qualcuno gli toglierà il posto. Senza strafare, mette a segno due assist e dà sicurezza a tutto il centrocampo. Al di là dei marcatori, è il migliore dei suoi. La Lazio parte bene, ma rovina un primo tempo equilibrato con l’unica distrazione, a centrocampo, pagata a caro prezzo. È il 42′ quando Kakà recupera un pallone e lancia subito Bechkam. Sull’avvio del’azione Pato dà l’impressione di essere in fuorigioco, ma tutto è talmente veloce da non lasciare spazio a ripensamenti della terna arbitrale. Sul cross basso dell’inglese il ‘paperò brucia i difensori centrali ed infila Muslera con il suo decimo centro in campionato. La Lazio accusa il colpo e due minuti dopo il Milan va ancora a segno, di nuovo su un lancio di Bechkam. Ma il guardalinee coglie Pato, questa volta sì, in fuorigioco. Buon per il portiere biancoceleste, che stavolta aveva sbagliato il tempo dell’uscita, consentendogli di colpire di testa. Fino a quel momento il 4-3-2-1 rossonero (con Seedorf e Kakà serventi del velocissimo Pato) non aveva creato grosse difficoltà alla retroguardia laziale. E l’intervento più impegnativo Muslera l’aveva sfoderato al 7′, deviando sopra la traversa il tiro ravvicinato di Jankulovski. La Lazio colleziona tre angoli nei primi minuti. Ma anche le punte di casa, Pandev e Zarate, non hanno vita facile contro la munitissima linea difensiva milanista, in cui Bonera ha sostituito Favalli all’ultimo minuto. Padroni di casa pericolosi al 24′ quando Meghni prepara e Zarate conclude, ma Abbiati è attento. È il momento migliore della Lazio, come testimonia la girata alta di poco di Pandev (35′). Un minuto dopo ancora Abbiati è bravo a fermare con un’uscita bassa l’irruzione di Zarate. Ma al 42′ arriva la zampata di Pato e l’equilibrio si infrange. Zarate ci prova da lontano (44′) e Abbiati devia. La ripresa, dopo la rete di Ambrosini che timbra il 2-0 (altro assist di Beckham), è un monologo rossonero. Non che la Lazio non ci provi, ma sono tentativi che non hanno il marchio della convinzione e comunque c’è sempre Abbiati a fare buona guardia (al 4′ su Meghni, deviato in angolo). Rossi le tenta tutte: dentro Simone Inzaghi, Dabo e Kolarov per Meghni, Radu e Brocchi. Ormai la barca biancoceleste fa acqua da tutte le parti. Sull’ennesimo lancio di Beckham, Kakà coglie il palo esterno. Zarate imbecca Simone Inzaghi, ma il suo tiro è fiacco. La squadra si sfilaccia sempre più, anche il fiato appare agli sgoccioli e sembra molto più probabile il terzo gol del Milan che non una reazione laziale. Come puntualmente avviene al 38’, quando anche Kakà sale in doppia cifra chiudendo in grande scioltezza una triangolazione con Seedorf. Si spengono le luci dell’Olimpico, la Lazio resta al buio.

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