Milan, ecco l’urlo di Beckham

Da una partenza che aveva il sapore amaro di un addio non voluto al trionfo di Bologna. Ricardo Kakà fa faville e guida la vittoriosa sinfonia di campioni che travolgono al Dall’Ara il Bologna di Mihajlovic, alla sua prima sconfitta della carriera in panchina.
Nel 4-1 contro gli emiliani (l’ultima vittoria fuori risaliva al 26 ottobre: 1-0 a Bergamo con l’Atalanta), il Milan si dimostra in forma, confezionando una partita quasi perfetta fatta di bel gioco, gol e spettacolo. Se Kakà, che con una doppietta arriva a quota nove reti nella classifica dei marcatori affiancando Pato, è l’uomo decisivo e il direttore d’orchestra, al concerto rossonero partecipano tutte le stelle di Ancelotti. Tutte, tranne Ronaldinho, tristemente relegato in panchina. L’ex Pallone d’oro ispira, prende per mano i rossoneri e dà la possibilità a Seedorf di pareggiare oltre che a Beckham di inserire il suo nome sul tabellino.
Bastano pochi minuti per capire che il match di Bologna non deluderà gli spettatori e il pubblico del Dall’Ara. Trovato il vantaggio su rigore dubbio trasformato da Di Vaio, per i padroni di casa l’illusione della vittoria dura solo 4 minuti. Tanto basta al brasiliano capace di far piangere gli sceicchi, per inventare un tiro che serve a Seedorf il pareggio. Il figliol prodigo milanista trasforma in giocate vincenti e gol pesanti tutta la classe e l’imprevedibilità che lo caratterizzano, mandando a nozze i compagni di reparto, i quali hanno la possibilità di scatenare tutta la propria qualità offensiva. Immaginarsi un Milan vincente senza di lui, oggi come oggi, non pare possibile. Anche se non ha la fascia di capitano Kakà è il vero leader della squadra, e la prova del nove è stata proprio il match contro il Bologna. A facilitare i giochi al Milan anche l’espulsione di Mudingayi, che non riesce a tenere il passo di Pato. Ma una volta concretizzato il risultato, il Diavolo non si dimostra mai pago, cercando sempre e comunque di aggredire la palla e approfittare del grande spazio a disposizione. Ad affondare, dopo i tentativi ripetuti di Kakà e Pato, è alla fine David Beckham, al primo gol italiano e che da quando è sbarcato da Los Angeles continua a dare un contributo fondamentale alla squadra, mettendo a frutto la sua grande qualità. Lo Spice Boy mette in campo anche corsa e grinta non comuni che renderanno difficile pensare a una ipotetica sua sostituzione nel meccanismo milanista, se davvero a marzo dovesse tornare in California.

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