Sanremo, Povia sul bagnato

Non si placano le polemiche su Luca era gay, il brano che Povia porterà a Sanremo. Nuovi, violenti attacchi al cantante che, da I bambini fanno ooh ad oggi, ha trovato il modo di spaccare più che unire. Le associazioni degli omosessuali, infatti, sono furiose. E annunciano un presidio a Sanremo. L’appuntamento è fissato per il 21 febbraio, con una marcia pacifica, ma decisa. Per dare una risposta, come spiega l’Arcigay, «alle vaneggianti teorie per cui si diventa omosessuali a causa di genitori iperprotettivi o assenti, o perché si incontrano anziani pedofili, stupidità e luoghi comuni sostenuti dal cantante Povia e dai gruppi integralisti cattolici».
La nuova bufera nasce da un’anticipazione del quotidiano La Repubblica, che ha ascoltato (e quindi letto il testo) in anteprima il pezzo di Povia. Che recita appunto, «Luca era gay, e adesso sta con lei», con la teoria che l’omosessualità è un errore causato da una pessima situazione familiare. Aurelio Mancuso, presidente nazionale dell’Arcigay, è convinto che «la canzone si prefigura come un’operazione furbissima, molto ben congegnata, che fa passare un messaggio molto semplice: ragazzi guarite perché l’unica felicità sta nell’eterosessualità». Ecco il presidente del “Dì Gay Project”, Imma Battaglia: «Sa Povia quanti erano etero e poi si sono dichiarati gay? E lì, che fa, dice che erano infelici prima o dopo? Solo in Italia si può assistere a un livello così basso di ignorante provocazione. E Sanremo si presta, per motivi di audience a basso costo».
Il coro prosegue. «Verrebbe voglia di ignorare totalmente sia Povia che Sanremo lasciando cadere questa penosa operazione di marketing nel silenzio che meriterebbe», lo sfogo di Franco Grillini, presidente di Gaynet, associazione omosessuale d’informazione. Non può mancare Vladimir Luxuria: «Se nella più importante manifestazione canora italiana attraverso un brano sarà lecito mandare il messaggio che l’omosessualità è una malattia, allora chiedo che in Italia nella totale assenza di diritti civili venga riconosciuto lo status di malattia di omosessualità e transessualità per avere almeno il parcheggio sotto casa e la pensione di invalidità». Di sicuro non finisce qui. (LEGGO ONLINE)

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