Berlusconi cede a Fini: “Intercettazioni anche per reati contro la PA”

Le intercettazioni saranno possibili anche per reati contro la Pubblica Amministrazione. Parola di Silvio Berlusconi che, dopo aver ripetuto per settimane di volerne limitare l’uso per i reati più gravi, cede davanti al pressing di Gianfranco Fini e della Lega, entrambi contrari a una simile restrizione. È stato proprio il presidente della Camera, con una lettera al ‘Corrierè sui temi della giustizia, a mettere i paletti al Cavaliere. Le intercettazioni «sono e devono restare uno strumento indispensabile anche nelle indagini sui reati contro la Pa», scrive il leader di An. Certo, aggiunge, non devono essere «lo strumento per ‘fare giustizià attraverso la gogna mediatica» e per questo devono essere resi «effettivi i divieti già esistenti». E da Cagliari arriva la risposta del presidente del Consiglio che nega contrasti con la terza carica dello Stato: «Non c’è nemmeno un punto di diversità o di distanza» fra le nostre posizioni, premette il Cavaliere. «Un riferimento preciso – aggiunge – alla corruzione per i reati contro la pubblica amministrazione c’è anche nel ddl varato dal governo». Ma è proprio il disegno di legge che lo stesso Berlusconi ha più volte detto pubblicamente di voler cambiare: «Da subito mi sono detto insoddisfatto per un testo che non cambierebbe per nulla una situazione inaccettabile: bisogna restringere le intercettazioni anche sulle indagini sui reati contro la Pa e sono certo che questo convincimento sia quello di tutta la maggioranza», aveva detto il 20 dicembre. Eppure, il premier sembra molto attento a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. «Tra l’altro – dice – la lettera di Fini è stata molto cortesemente avviata al ministro Alfano prima che al Corriere della Sera». Come dire: ci aveva informato. Anche se, almeno stando ad indiscrezioni raccolte nella maggioranza, l’uscita di Fini non è piaciuta per niente al premier. Ed è facile immaginare il perchè: nei giorni scorsi, Berlusconi ha più volte detto che era riuscito a convincere la Lega sulla necessità di escludere i reati contro la Pa. E ora che An si è messa di traverso le cose per lui sono tornate in salita. Da rilevare poi che in serata, tornando sul tema, il Cavaliere dice una frase che suona sibillina: «La corruzione è solo uno tra i reati contro la pubblica amministrazione. E noi non abbiamo mai messo in discussione che questo tipo di reato potesse essere intercettato». Parole che fanno sorgere il sospetto, in alcuni ambienti della maggioranza, che qualche limite possa essere posto per altri reati. Anche Angelino Alfano, pur confermando che il ddl del governo già prevedeva quanto dichiarato oggi da Fini, aggiunge: il testo arriverà in aula «secondo gli emendamenti che vorrà la commissione» competente. Come dire che, come conferma Niccolò Ghedini, consigliere di Berlusconi per le questioni della giustizia, una qualche ulteriore soluzione «per evitare abusi» nelle intercettazioni potrà essere trovata in Parlamento. Al di là delle congetture, però, le parole di Fini e la retromarcia di Berlusconi piacciono all’opposizione. Dopo le parole del presidente del Consiglio, dice ad esempio Luciano Violante (PD), «credo si possa trovare un punto di equilibrio» fra i poli. Persino Antonio Di Pietro plaude al presidente della Camera: «Ci auguriamo che mantenga il suo fermo impegno» sulle intercettazioni, dice il leader dell’Idv. «Apprezzamenti» vengono espressi anche da Luca Palamara e Giuseppe Cascini, presidente e segretario dell’ Associazione Nazionale Magistrati.

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