Siamo arrivati agli sgoccioli di un campionato che per quanto riguarda la Roma non ha più nulla da dire, questa è stata sicuramente una stagione deludente, visto i risultati sportivi, il povero livello di gioco espresso e l’atteggiamento della squadra in molte partite del campionato, affermare però che il progetto Roma sia già fallito, lo trovo privo di ogni fondamento.
Il successo di un progetto si misura in termini di tempo, risorse e risultati: esso sarà considerato vincente se sarà stato realizzato entro i termini previsti, se saranno bastate le risorse disponibili e se avrà conseguito i risultati desiderati.
Il progetto Roma, per quanto riguarda i tempi, si trova solo all’inizio. La società non ha mai parlato di essere vincenti in tempi record, anzi, tutto il contrario, hanno sempre chiesto pazienza e sostegno a tutta la piazza. Un qualcosa molto complicato per un ambiente come quello romano, dove non esiste una via di mezzo, quasi sempre si va allo stremismo più assoluto, dimenticando che Roma non è stata costruita in un giorno.
I progetti vanno valutati nel tempo, questo perchè progettare è una impresa complessa, progettare non significa avere la bacchetta magica per cambiare tutto e subito, significa pianificare passo dopo passo per raggiungere le proprie mete fino ad arrivare al raggiungimento di un obbiettivo finale, progettare significa correggere i propri errori e migliorarsi, perchè errare è umano ma correggere è da saggi.
Certamente nessuno si aspettava una Roma da scudetto in questa prima stagione targata a stelle e strisce, ma quanto meno neanche una stagione cosi deludente che ha portato con se fino a questo momento 16 sconfitte, 57 reti subite, 2 derby persi e soprattutto le umiliazioni contro Fiorentina, Juventus 2 volte, Cagliari, Atalanta e Lecce.
E pensare che una Roma cosi non si vedeva da tempo, l’ultima volta fu nel 2004/2005, stagione dei 5 allenatori dove la squadra giallorossa, in 52 partite, tra Campionato, Coppa Italia e Champions League, ha ottenuto 24 sconfitte, 81 gol subiti, 8° posto in Campionato.
I numeri parlano chiaro, non si vuole salvare l’insalvabile, si può essere delusi, si può criticare sempre attraverso il buon senso, ma parlare di progetto fallito solo nel primo anno, credo che non sia neanche giusto. Se no… che progetto sarebbe?
In questa prima stagione americana ci sono state alcune decisione accertate, altre meno, ad esempio molti pensano che Luis Enrique non sia adatto per questo progetto chiamato Roma, certamente i numeri non sono dalla sua parte. Poi però ci ritroviamo che giocatori e molti addetti ai lavori credono ancora in lui al punto tale di augurarsi la sua permanenza, certamente con una squadra rinforzata e appropiata al suo schema tattico. Se invece poi dovesse andare via questo non vuol dire che tutto sia fallito, il progetto può anche continuare senza Luis Enrique.
La Roma in questa stagione ha già ottenuto le sue prime vittorie, certamente non sul campo, ben si fuori dove si sta lavorando fortemente per far si che questa Roma possa diventare una regina, come disse qualcuno.
Quali sono però queste vittorie?, perchè non possiamo considerare tutto ciò un fallimento totale?. Molto semplice, la Roma fino a poco tempo fà non era valorizzata, veniva gestita come una vera e propria impresa famigliare, che non si adecuava ai tempi moderni, alcune cose però stanno cambiando. Oggi abbiamo una società molto più moderna che cerca di valorizare il marchio A.S. Roma a livello mondiale, vediamo come.
Il Sito Web ufficiale: dove il tifoso romanista può trovare informazione ufficiale, statistiche attualizate, intrattenimento (video, highlights, giochi, ect). La cosa però più importante è lo sviluppo del merchandising attraverso il Roma Store on line e l’acquisto dei biglietti per lo stadio.
Social network: come Facebook, Twitter e Pinterest che catapultano il marchio A.S. Roma, in giro per il mondo. Basta pensare che in pochi mesi la Roma ha già ragiunto 1.049.799 di fans su Facebook e 63.285 su Twitter.
Partnership con la Walt Disney: che porterà con se la tournèe negli Stati Uniti e tante altre iniziative importanti per valorizare il marchio A.S. Roma negli Stati Uniti cosi come in tutta l’America Latina, un passo fondamentale visto che stiamo parlando di una popolazione di circa 700 milioni di abitanti. Insomma la Roma esce dal raccordo anulare per conquistare nuovi orizonti, e aumentare i propri ricavi.
Ad esempio per la tournèe di questa estate negli States sono stati venduti 25 mila biglietti in soltanto 4 ore per la gara che vedrà protagonista la Roma contro il Liverpool al Fenway Park di Boston. Un vero e proprio esempio di come fare businesss.
Stadio di propietà: un vero e proprio tabù, un qualcosa di impensabile in una città come Roma, fino all’arrivo degli americani. Oggi arrivano i primi segnali che ci fanno ben sperare per il futuro… forse nel 2016 la Roma potrà avere il proprio stadio, un passo fondamentale per consolidare un progetto che pretende non solo arrivare ad altissimi livelli ma perdurare nel tempo e non tornare più a situazioni di incertezza economica.
Questi sono alcuni dei passi in avanti fatti da questo progetto che senza meno deve ancora crescere e migliorarsi, ma che in futuro prossimo troverà anche i risultati sul campo. Oggi è normale sentirsi delusi e amareggiati, visto i risultati che sono avvenuti in questo campionato, ma guai ad arrendersi. Per essere grandi squadre bisogna avere basi solide e aumentare i propri ricavi.
Allora… avanti col progetto!!!
Riccardo Lelli.
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