Che ognuno possa fare di più di quello che fa è una frase di una tale ovvietà che un ministro della Repubblica avrebbe potuto agevolmente evitare. Renato Brunetta no. Volendo fare dell’ironia si potrebbe dire che il ministro, affermando che “la Chiesa può fare di più”, è entrato nell’accidentato terreno dell’ingerenza italiana negli affari interni di uno Stato sovrano, il Vaticano, e ha violato quella distinzione di ruoli che è tanto cara ai laici come lui. Se, infatti, è ovviamente vero che “la Chiesa può fare di più” è altrettanto ovviamente vero che migliaia di italiani, abbandonati dallo Stato, hanno un unico rifugio sotto il quale ripararsi: quello dei laici e religiosi cattolici che prendendo sul serio il messaggio evangelico, danno da mangiare, riscaldano e offrono un letto a chi non ha nulla. E fin qui siamo ancora nel campo dell’ovvio. Meno ovvio è che mentre Brunetta dice che “la Chiesa può fare di più” il suo governo è rimasto indeciso a immobili appartenenti alla Chiesa, quegli stessi immobili dove Brunetta vorrebbe che si facesse di più. E il ministro Gelmini ha provato a tagliare i fondi pubblici alle scuole private, prevalentemente religiose. Ora, delle due l’una: o si desidera che la Chiesa faccia di più, e allora non si capisce perchè occorre aumentarle le tasse, oppure la Chiesa e lo Stato sono due entità talmente distinte che la Chiesa non dovrebbe fare del bene oppure farlo all’insaputa dello Stato. Qui non siamo più nell’ovvio, ma dell’assurdo. Come è assurdo chiedere a chi fa quanto lo Stato non fa, di fare ancora di più. Per evitare l’ovvio e l’assurdo la soluzione forse è un’altra. Cercare di capire come possa fare una scuola privata a fornire un’istruzione migliore di quella pubblica ad un costo che è la metà (chiedere i dati alla Gelmini) e quando lo si è capito non penalizzarla ma anzi imitarla. Oppure come faccia un’associazione laica ad assistere malati terminali meglio delle strutture pubbliche e a costi inferiori (chiedere i dati al neo ministro Fazio) e quando lo si è capito, non aumentarle le tasse. O come riesca un ente religioso ad assicurare pasti gratis contando solo sulla solidarietà altrui, e quando lo si è capito, aiutarlo. Certo, la Chiesa potrebbe fare certamente di più. Ad esempio insegnare a Brunetta il senso della riconoscenza.