ROMA, 29 DIC – Una buona e una brutta notizia arrivano dal calcio inglese. Quella positiva è che Paul Gascoigne, sparito dal giorno di Natale, è ricomparso: è vivo, anche se ha passato la festa ubriaco in un albergo. La brutta arriva con l’arresto di un insospettabile: il capitano del Liverpool, Steven Gerrard, è finito in manette per aver preso parte a una rissa scoppiata in un pub della città inglese. Un altro simbolo del calcio d’Oltremanica ha deciso così di far parlare di sè non solo per le prodezze in campo, aggiungendo il suo nome nella lunga lista di campioni che, complice spesso l’alcool, sono finiti dietro le sbarre. Prima di lui, nel febbraio scorso, anche il vicecapitano dei Reds, Jamie Carragher, era stato fermato dopo una lite con un uomo davanti alla sua abitazione. Nell’ultimo anno, in Inghilterra, sono finiti in galera. e poi rilasciati su cauzione, anche il difensore del Manchester United Jonny Evans, arrestato con l’accusa di violenza sessuale; e Joey Barton, del Newcastle, arrestato per aggressione e definito «persona pericolosa per la sicurezza pubblica». Fuori dal campo, insomma, agli inglesi piace esagerare. Il padre di tutte le ‘sbandatè è sicuramente George Best, calciatore ‘maledettò, da sempre sinonimo di eccesso, protagonista di liti furibonde e più volte sorpreso al volante in stato d’ebbrezza. Best restò, negli anni ’80, quattro mesi in prigione per resistenza a pubblico ufficiale. Poi la lotta contro l’alcool: i ricoveri e il trapianto di fegato, senza, però, mai staccarsi definitivamente dalla bottiglia. Assieme a lui anche lo scozzese, suo compagno di squadra del Manchester, Denis Law, dimostrò che amava alzare il gomito. E non si smentì neanche nel corso della stagione trascorsa in Italia, nel 1961-1962 al Torino. Law e il suo compagno di squadra inglese Joe Baker, furono beccati alla guida ubriachi e finirono, con la loro Giulietta Sprint, contro un’aiuola spartitraffico.