Eravamo pronti a festeggiare, il nostro Natale, dopo l’ennesima affermazione, e chiudere in bellezza, un anno di fortissime emozioni, belle ma anche spiacevoli. Nell’ultimo periodo, la Roma, ha avuto l’opportunità, sfruttando in pieno, di riprendersi il gusto della cavalcata, ed arrivata al traguardo si è fermata, sul piu bello, quando i Romanisti, pregustavano un Natale con i fiocchi. I fiocchi ci saranno, per carità, i regali pure, dentro i pacchi, troveremo, gli scherzi di una vigilia natalizia, confezionati ad arte in quel di Catania e quella malasorte che si accanisce, per l’ennesima volta sul nostro capitano, terzo infortunio in questo 2008, si teme una lesione muscolare di secondo grado, all’inizio del 2009 si saprà con certezza la data di rientro. La Roma è stata per 75 minuti brutta ed inguardabile, impaurita, ed assoggettata ad un potere che sà di antisportivo. Triste l’epilogo, vedere il fuggi-fuggi nel corridoio che separa lo spogliatoio dal terreno, Mexes a duello con un inserviente, addirittura c’è chi giura che escono fuori delle forbici, Zenga che litiga con Bertelli, De Rossi è nervoso, preferisce non parlare e forse sbaglia, perchè se vogliamo cambiare certe cose, che accadono, anche se solo a Catania, ma accadono, è meglio parlare, denunciare, zittire gente come Pulvirenti, uomo che decisamente si sposa con quanto offerto ieri e non solo. L’ultima dell’anno è stata negativa, la Roma ha salvato la faccia con una rimonta che poteva essere completata se Okaka, all’ultimo secondo, avesse spizzato bene la palla del pareggio. Forse, un punto sul campo, avrebbe causato punti di sutura, perchè i catanesi non avrebbero digerito il pareggio rocambolesco, e ci sarebbero teste spaccate alla faccia della civiltà. La Roma, con la Sensi in testa, dovrebbe avere quanto meno spiegazioni, sui fatti poco civili, alzare la voce, perchè un 7-0 non può tollerare un così rude atteggiamento, Catania dovrebbe ricordare, che quel risultato patito allora, è stato frutto della stupidità di Mascara, che dopo 10 minuti si è fatto espellere per una gomitata a Chivu, e l’allora allenatore, Marino è stato capace nonostante l’inferiorità numerica a giocare sempre con tre punte, contro la Roma. Allora scusate, prendetevela con l’incompetenza di chi avete dentro e non rompete. Siamo stanchi di essere vittime di tali violenze, e siamo stanchi di vedere i nostri dirigenti fermi ed immobili. Cara Rosella, noi non abbiamo paura di fare battaglie legali, e se occorre possiamo portarla avanti noi con la forza e l’onore che ci contraddistingue, la Roma non può subire simili oltraggi. La Roma come tale voleva trascorrere un Natale sereno ed entusiasmante, una sconfitta ci può stare ma le minacce e le intimidazioni, lasciate a chi ne fa una filosofia di vita. Le nostre speranze di raggiungere il quarto posto, sono rimaste intatte, il nostro scudetto sarà quella qualificazione ai preliminari di Champions, che danno speranze alla conquista di introiti fondamentali per l’auto finanziamento, ma la vera speranza è quella Champions, e quel sogno, chiamato finale, prima però ci sarà l’Arsenal, che per un mero ragionamento di opportunità era stato paragonato al Catania, o meglio si era detto: il nostro Arsenal è il Catania. Diavolerie e menzogne. Catania è per la Roma quel posto in cui si narra l’ennesima storia di un amaro sorbito ai piedi dell’Etna.