La bella e la bestia

C’era una volta una principessa, apprezzata da tutti per la sua bellezza, per il suo fascino ma anche per la forza d’animo e per un carattere che sapeva tirarla spesso fuori dalle brutte situazioni, nonostante la sua forte capacità di reazione alle vicissitudini, arriva il periodo nero, nulla va per il verso giusto ed inesorabile una crisi d’identità la fa cadere in una grande depressione e la stessa si riflette anche sulla sua gente.
In una serata di novembre, in occasione di un evento particolare, la triste principessa rimane colpita da un personaggio, prestante e forte fisicamente.Lei gradisce la presenza di questo giovanotto soprannominato la bestia che cercherà, consapevole della situazione, in tutti i modi di prenderla per mano e farle superare il brutto momento.
I seguaci della principessa, estasiati dalle gesta del possente uomo che come nelle migliori storie si trasforma in principe e dona alla donna in crisi la gioia più irrefrenabile.
La favola si svolge nel teatro dei sogni giallorossi dinanzi ad un pubblico ed un calore che solo la romanità riesce a dare, gli applausi e la festa fanno da epilogo alla stracittadina numero 131 e la bestia entra di diritto nella storia romanista.
La vittoria è conquistata anche con l’aiuto della benevolenza, assente in questa stagione ma proprio nella gara per eccellenza si ricorda di chi ingiustamente era ad un passo dal patibolo e concede una grazia efficace come non mai. La festa è servita, i laziali battuti, i tre punti incamerati, finalmente un Grazie Roma cantato da tutti i romanisti con rabbia mista a gioia ed emozione, alla faccia di un periodo nero, di una crisi avvolgente quanto infausta, si perchè il destino si era (si spera mai più) mostrato triste e quanto mai accanito.
A scrivere la favola un brasiliano con un nome che ha fatto la storia di Roma, Julio Cesar ed un soprannome che incute timore agli avversari, la bestia, protagonista per aver donato alla sua nuova gente una gioia immensa.Benvenuto, Ave Baptista

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