«Ho sentito dire che in Italia si fischia molto. Ieri in Lecce-Milan ci sono stati 28 falli sanzionati. In Inter-Udinese 24, in Bologna-Roma 33. Siamo assolutamente all’interno della media europea, nonostante il gioco in Italia sia diverso». Gli arbitri italiani non usano il fischietto con eccessiva frequenza: lo dice il designatore Pierluigi Collina, evidenziando i dati relativi alle partite della decima giornata del campionato di Serie A. Le parole di Collina, intervenuto a Radio Anch’io lo Sport, arrivano dopo le lamentele di Carlo Ancelotti. L’allenatore del Milan ha protestato per la punizione che ieri ha consentito al Lecce di realizzare il gol dell’1-1: «Certi falli si fischiano solo in Italia», ha detto Ancelotti criticando la decisione dell’arbitro Mauro Bergonzi. «Qui -dice Collina- si pretende che l’arbitro fischi di più: qui un ‘non fischiò porta ad alzare i toni della partita. All’estero non succede». In generale, il clima appare più disteso rispetto alle ultime stagioni. «La maggiore serenità non fa altro che aiutare arbitri e assistenti» in un campionato «senza padroni, diventato spettacolare e interessante». «I direttori di gara si stanno impegnando molto, devono gestire un torneo difficile per l’estremo equilibrio che c’è. Hanno una grande voglia di lavorare e migliorare, spesso fanno bene e qualche volta sbagliano come gli altri protagonisti. Le terne devono decidere in una frazione di secondo vista la velocità delle azioni», dice il designatore.Collina si sofferma in particolare sulle responsabilità degli assistenti. «Oggi il loro compito è diventato molto più difficile per l’evoluzione della regola del fuorigioco. È molto difficile, se non impossibile, valutare l’azione con il pallone che parte da un punto del campo e con giocatori che si muovono in senso opposto in un altro punto del terreno di gioco». Si può sbagliare per questione di centimetri «e si dice ‘pazienzà, ma qui è più difficile dirlo. Oltretutto, il contributo che l’arbitro può dare nelle situazioni di fuorigioco è pari quasi a zero».