Finalmente un risveglio col sorriso, con la voglia di raccontare le gesta dei tuoi eroi a tutti anche a quelli che non masticano calcio, fregiarsi dell’impresa perché il tifoso ieri sera ha fatto la sua parte, a casa ma soprattutto allo stadio, una Sud straordinariamente vicina ai propri calciatori fin dalle fasi del riscaldamento a testimoniare l’eterno amore per quei colori ultimamente un po sbiaditi.
La pioggia cessa un attimo prima del fischio d’inizio, il manto erboso tiene bene anzi benissimo, Capitan Totti si fa massaggiare da Vito Scala e un po di paura la mette a chi attende impaziente, il tifoso è impaurito per l’ennesimo forfait del Capitano, perché anche a mezzo servizio chiunque si sente al sicuro, protetto dall’uomo Romanista ma il tifoso è altrettanto ansioso per paura di vedere l’ennesima sconfitta e non vede l’ora che inizi per scrollarsi le tensioni incombenti al pensiero: “morte che mi devi dare presto sia”.
L’atteggiamento guardingo, protetto ed attento della Roma fa tirare un piccolo sospiro di sollievo forse un pareggio la Roma lo porta a casa pensano i piu scettici, passano i minuti Doni platealmente sventa i tiri da fuori di Deco e Lampard, Vucinic tenta un goal d’antologia poi la Roma ha quei dieci minuti di spinta, cresce e trova con l’eterno Panucci il goal del vantaggio e finalmente dopo vicissitudini macabre chiude un primo tempo in vantaggio.
La ripresa ha l’onore di ospitare le magie planetarie di Mirko Vucinic, prima con un bolide dai 25 metri e poi con un’azione che ancora oggi si stenta a capire dove possa arrivare la pura follia della mente umana, piu di 50 metri palla al piede dopo un recupero da favola, una corsa verso l’area di rigore con Mikel che durante l’inseguimento capisce che solo sparando può fermare quell’indemoniato, lui punta l’aerea di rigore dopo aver saltato il coraggioso inseguitore e nell’angolo basso trafigge Peter Cech. 3-0 ed apoteosi all’olimpico. Il bello di vedere cadere a casa tua una delle squadre piu forti e piu ricche al mondo è una goduria indescrivibile, gli inglesi non accettano la sconfitta e si lasciano andare a reazioni poco eleganti: Deco, Belletti e Terry i piu nervosi. Poi arriva il tempo delle passerelle, la standing ovation per Mirko Vucinic,è roba da spellarsi le mani, e pensare che su un delizioso cucchiaio di De Rossi, sfiora la tripletta ma il pubblico è soddisfatto ugualmente e glielo perdona. A fine gara la contentezza è massima ma il bello deve ancora arrivare e iniziare a prendere gusto a simili piaceri è il primo obiettivo del The Day after.