«Mo’ comannamo noi e nun se passa». A Roma si capovolge tutto. I laziali alzano la testa, si godono la loro squadra e allo stesso tempo sfottono i romanisti. E non potrebbe essere altrimenti. La parte giallorossa, invece, è arrabbiata tanto con il tecnico e i giocatori, quanto con Brighi. «L’arbitro e soprattutto il guardalinee hanno sbagliato ed è stato clamoroso, ma questi sono alibi pericolosi. Io punto l’indice su Spalletti che non sa fare i cambi e la deve smettere di puntare sempre sugli stessi. Ho paura, anche perché guarda pure che stanno a fa’ quelli, i cuginetti», spiega Romano del Roma club Testaccio.
Quella che sembrava una meteora, la Lazio, si sta trasformando sempre di più in una bella realtà e allo stesso tempo in un incubo. Basta andare in giro per la città per accorgersi che c’è un’aria diversa. «E’ bello che te devo dì? Zarate è proprio forte e Pandev, Ledesma e Mauri sono rinati e diventati di nuovo quei grandi giocatori che erano fino a un paio d’anni fa. I romanisti? E chi l’ha visti? So giorni che non se vedono e non se fanno sentì». Marcello abita vicino Trastevere, ha oltre cinquantanni e di professione fa l’operaio, e quello che più conta è laziale da tre generazioni. «Mamma mia come stanno a rosicà, mica parlano dei problemi seri che ha Totti. No dicono che c’è er complotto», dice sbottando Anna, una vecchietta con una risata contagiosa appena uscita dal negozio di alimentari con la busta della spesa.
(Da goal.com e il messagero)